L’iniziativa del Mipaaf di rilanciare la rottamazione per le macchine agricole inserendo un meccanismo di incentivazione nella misura 121 dei PSR suscita  inquietudine nel comparto agromeccanico. Lo fa sapere Unima in un comunicato.
 
"Gli agromeccanici - sostiene Aproniano Tassinari, presidente di Unima - intervengono per il 60% del totale delle lavorazioni e con picchi superiori al 90% per le fasi di raccolta. Il comparto agromeccanico rappresenta un elemento fondamentale anche per l’agroindustria: pur rappresentando solo l’1% dei potenziali acquirenti di macchine. Le imprese agromeccaniche assorbono annualmente più del 30% dei mezzi venduti sul mercato nazionale. Ben venga, dunque, l’inserimento degli incentivi nei Psr, purché gli agromeccanici, in virtù della stessa normativa, possano accedervi al pari degli agricoltori".
 
Un provvedimento per incentivare la rottamazione è stato sostenuto da Unima sin dalle prime proposte, ma queste modalità di realizzazione sono ritenute dall'Associazione sindacale che rappresenta gli agromeccanici a dir poco "discutibili". Ove inserito in Psr da cui le imprese conto terzi sono escluse - si legge nel comunicato - l’incentivo favorirebbe l’incremento della concorrenza sleale nei confronti del comparto da parte di chi può accedere a costose tecnologie a prezzi inferiori rispetto a quelli sostenuti dagli agromeccanici. E' evidente - continua Unima - come, avendo sostenuto costi minori per mezzi e attrezzature, i beneficiari potranno offrire le medesime lavorazioni a tariffe impossibili per chi deve ammortizzare il costo pieno delle macchine.
 
"Pur proseguendo a sostenere la necessità di inserire il comparto agromeccanico nei Psr – conclude Tassinarici rendiamo conto che si tratta di un passo che non può essere fatto dall’oggi al domani, per questo motivo riteniamo che il Mipaaf, nella situazione contingente, dovrebbe riconsiderare la sua iniziativa inserendo le misure di incentivazione previste in un segmento dei Programmi di Sviluppo che non riguardi esclusivamente le imprese agricole. In questo modo si ottimizzerebbero i risultati che l’erogazione degli incentivi si prefigge non escludendo a priori dalla manovra la considerevole parte del parco macchine agricole nazionale in possesso degli agromeccanici e, nel contempo, non si porterebbe avanti uno dei più clamorosi casi di ingiustizia sociale che il settore primario nazionale abbia mai registrato".