"I problemi della direttiva nitrati. Una normativa europea da osservare ma che - dice Bolis - se non verrà gestita in maniera lungimirante rischia di trasformarsi in un boomerang pericoloso per il futuro dell’economia agrozootecnica della Pianura padana".
Il futuro metterà sempre più al centro dell’attività agricola i contoterzisti, "forti di un ruolo chiave per i mezzi tecnici all’avanguardia che dispongono per la lavorazione e la gestione agronomica del terreno, con un compito che va ben oltre lo spandimento dei reflui zootecnici: potremo diventare i garanti della certificazione dello spargimento nel rispetto dei vincoli regionali".
I costi del carburante agricolo. Oltre alla questione legata ai nitrati, i contoterzisti devono fronteggiare l’aumento dei costi del gasolio, che nel 2008 ha messo a dura prova i bilanci aziendali. "Nonostante la diminuzione della bolletta energetica, rispetto ai picchi raggiunti nel secondo e nel terzo trimestre dello scorso anno – commenta Bolis – non abbiamo registrato un adeguamento del prezzo del gasolio per uso agricolo al calo del greggio. Non dimentichiamo che una trincia o una mietitrebbia consuma oltre 75 kg di carburante all’ora e che l’acquisto di gasolio si paga alla consegna in azienda mentre i corrispettivi per le prestazioni, quando va bene, si incassano a fine annata".
Il codice della strada. Confai ha inoltrato al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti proposte per la revisione del codice della strada. "Il nuovo codice della strada – specifica Sandro Cappellini, coordinatore nazionale – dovrà coordinare le disposizioni in materia di sicurezza e salute sul lavoro con quelle relative alla circolazione stradale, come ad esempio l’aspetto legato alle cinture di sicurezza, un nodo ancora irrisolto e che al momento grava sui costi di gestione delle nostre imprese. Inoltre, chiederemo che il limite di velocità per le macchine agricole venga innalzato dagli attuali 40 chilometri orari a 50 km/h, in linea con quanto avviene negli altri Paesi dell’Unione europea e contemporaneamente che la massa rimorchiabile venga innalzata a 25 tonnellate".
L’inquadramento giuridico dell’imprenditore agromeccanico. "Sarà una delle svolte per favorire la competitività delle aziende – afferma Bolis -. Torniamo su questo punto in quanto è imprescindibile nel progetto di migliorare la redditività delle aziende, agricole e di meccanizzazione. La nostra assimilazione al mondo agricolo, consentirebbe, senza influire negativamente sui costi complessivi dell’economia, un risparmio per i contoterzisti in campo previdenziale e di investimenti, riducendo al contempo le spese per le imprese agromeccaniche e per quelle agricole".
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