Contoterzisti stretti nella morsa. Da una parte, la necessità di mantenere tariffe competitive; dall'altra far quadrare un bilancio che ha visto l'incidenza della spesa in gasolio raddoppiare negli ultimi tre anni.

L'importanza della voce carburanti nel comparto agromeccanico è evidentemente testimoniata dalla natura stessa del lavoro agricolo conto terzi, che fa delle macchine il proprio fulcro e dal fatto che proprio i contoterzisti consumano oltre il 35% di tutto il gasolio ad accisa ridotta destinato all'agricoltura.

«Gli attuali prezzi rischiano di mettere in ginocchio tutto il comparto. - sostiene il presidente di Unima, Aproniano Tassinari - Sinora Unima ha fatto carte false per contenere l'incremento delle tariffe dei propri associati, ma la situazione si è fatta ormai intollerabile e siamo giunti a un punto in cui anche eventuali adeguamenti sono diventati insufficienti».

Da tempo Unima, al pari di tutti i rappresentanti delle categorie che dipendono dalla disponibilità di carburanti, chiede a livello nazionale una riduzione delle accise su quelli agricoli e una politica che controlli di fatto gli incrementi dei prezzi negli anni a venire. Richieste rimaste invariabilmente inascoltate.

«Le imprese richiedono sempre più insistentemente una presa di posizione forte. - prosegue Tassinari - Se la situazione rimarrà invariata non escludiamo che l'intero comparto possa mobilitarsi al pari di quanto hanno già fatto autotrasportatori e pescatori. Una possibilità questa che preferiremmo scongiurare in considerazione dei potenziali enormi danni che il suo verificarsi avrebbe su tutto il settore primario, in particolare in questo periodo in cui agli agromeccanici sono affidate oltre il 95% delle operazioni di trbbiatura».

Oltre che a livello nazionale, Unima sta affrontando il problema a livello comunitario dove, insieme alla Cettaar, sta sollecitando dalla commissione europea quelle risposte che evidentemente le singole nazioni non sono in grado di dare.