La decisione per una chiusura dello zuccherificio di Jesi, uno degli stabilimenti dotato delle migliori tecnologie disponibili, colpirà anche il comparto agromeccanico ed è fortemente stigmatizzata da Unima che la ritiene una sconfitta per tutta l’agricoltura italiana. C’è la sensazione che la scelta derivi da un clima di incertezza che ha portato a preferire il rimborso immediato riservato alla dismissione, piuttosto che una remuneratività futura solo potenziale. Sebbene ci siano state abbondanti assicurazioni da parte del Mipaaf circa gli indennizzi per gli agromeccanici colpiti, l’eventuale chiusura dello stabilimento marchigiano viene considerata da Unima come uno spreco di risorse e tecnologie, nonché un segnale d’allarme di una scomparsa della bieticoltura in Italia. Una possibilità che, tramutandosi in realtà, sconvolgerebbe l’intero ciclo rotatorio delle colture nazionali. Nell’attesa di una definizione certa, Unima rinnova a tutti gli attori del settore primario il proprio appello a gestire gli eventi che investono l’agricoltura tutta, in base a un’ottica che privilegi la lungimiranza rispetto a rientri immediati ma sterili sul medio-lungo periodo.