61a edizione dell’Assemblea Nazionale di Unima (Unione Nazionale Imprese di Meccanizzazione Agricola). In tale occasione, i contoterzisti si confrontano con il mondo politico, con le associazioni sindacali, con i produttori di macchine ed attrezzature, per ridare slancio ad un settore che mostra chiari sintomi di asfissia
La relazione annuale di Aproniano Tassinari, Presidente di Unima, è infatti una precisa e puntuale analisi della condizione in cui versa non solo il mondo del terzismo, ma anche l’agricoltura tutta. L’agricoltura italiana fatica infatti a seguire la generale ripresa di cui beneficiano invece i Paesi Esteri: la flessione del settore, quindi, è e rimane tangibile. L’affanno è dovuto anche - prosegue Tassinari - all’eccessiva fretta nell’applicazione del “decoupling”.
Un richiamo di Tassinari giunge per il cambiamento di politica agricola nazionale: per il Presidente Unima, infatti, essa sarebbe stata per troppo tempo sbilanciata verso la protezione dei redditi degli agricoltori tramite contributi dal carattere per lo più assistenzialistico e protezionistico, distogliendo così attenzione e investimenti dalla valorizzazione delle produzioni in sé. Infatti, nonostante gli aiuti, nel 2006 oltre il 3% delle aziende agricole sono uscite dal mercato, generando al contempo un aumento delle superfici: la media aziendale è infatti salita dai 6,8 ai 7,4 ha. Ciò apre anche nuovi scenari per gli agromeccanici, una categoria che necessita oggi di veder maggior comprensione verso le proprie specifiche esigenze operative: le marginalità per i terzisti sono state assicurate nel 2006 più dalla contrazione degli acquisti di macchinari, e dei costi generali di gestione, che dall’aumento dei fatturati. I prezzi dei fattori di produzione sono lievitati di oltre il 17%, a fronte di un aumento delle tariffe pari all’8%.
Da Tassinari giungono quindi richiami per tutti, anche per il settore bancario, il quale dovrebbe farsi promotore di specifiche iniziative per migliorare l’accesso al credito. Dal Presidente viene sottolineata parimenti l’opportunità offerta dal noleggio dei macchinari, come pure l’utilità derivante dall’ampliamento della gamma dei propri servizi: stoccaggio dei raccolti, manutenzione strade, verde pubblico, rappresentano spesso la scelta vincente. Il tema “bioenergie” viene trattato invece con molta prudenza: la nuova frontiera bioenergetica rischia di essere ampiamente sovrastimata per quel che riguarda le possibili ricadute sul comparto agricolo, dal momento che prodotti finiti di minor costo si possono facilmente reperire sul libero mercato internazionale.
Grande enfasi viene quindi data da Tassinari al problema dell’inquadramento giuridico della categoria, vero assillo dei terzisti: infatti, ad oggi manca ancora il corretto riconoscimento pubblico e politico del ruolo del terzista. La categoria chiede quindi a gran voce di dare un seguito alle buone premesse fino ad ora lasciate sul tavolo, concretizzando in breve la giusta profilazione del terzista, il quale per ora galleggia ancora a metà tra l’artigiano e l’agricoltore.
Perplessità giungono anche sul processo di revisione del parco macchine: per quanto condivisibile negli intenti, essa dev’essere attuata senza che gli agromeccanici debbano farsi carico di elevati oneri per la messa a norma delle macchine non adeguate.
Un’ultima sottolineatura è stata fatta con orgoglio alla campagna di tesseramenti ed alle iniziative finora intraprese: forte è stata infatti la presa di coscienza della causa comune e del senso di appartenenza. Notevole il numero di convenzioni sottoscritte nel 2006: la tessera di adesione ad Unima permette inoltre di accedere alle numerose convenzioni stipulate dall’associazione con enti e aziende fornitrici di beni e servizi di primaria utilità per l’agromeccanico.
A seguire quello di Tassinari, giunge l’intervento di Federico Vecchioni (Presidente di Confagricoltura): incisivo e diretto come d’uso. Forte e nitido il richiamo al Regolatore: troppe le contraddizioni delle scelte politiche. Altrettanto forte il richiamo di Vecchioni a mantenere l’Italia competitiva verso i Paesi a noi vicini, agevolando tutti coloro che volessero crescere nelle superfici e migliorare la propria competitività imprenditoriale. Prima di valutare come dividere la ricchezza - conclude Vecchioni - è necessario pensare a come aumentarla in valore assoluto, attraverso scelte politiche ed imprenditoriali chiare. Non vi è - sempre secondo Vecchioni - una sufficiente valorizzazione del lavoro di chi produce ricchezza.
Massimo Goldoni (Presidente Unacoma) fornisce invece una panoramica del mercato delle macchine agricole: nei Paesi esteri si mostra un incremento delle vendite a fronte di un nostro marcato decremento. Eppure - sottolinea amaramente Goldoni - stiamo operando tutti secondo le stesse regole, almeno sulla carta. Per Goldoni, la riduzione della propensione all’acquisto, del rinnovo del parco macchine, va contro alla necessità di evoluzione tecnica e dell’efficienza e della professionalità degli operatori. L’industria della meccanizzazione può creare le condizioni per rendere più accessibili le tecnologie: accordi, convenzioni, reti di vendita che offrano servizi, ricerca. Goldoni esorta infine anche al superamento delle logiche consociativiste più deteriori, al fine di cogliere comunque il bene collettivo di scelte apparentemente sfavorevoli per alcuni singoli soggetti. La sicurezza, attraverso la revisione delle macchine, è un obiettivo necessario e doveroso per tutti.
Infine, la parola è passata ai rappresentanti della politica: presenti in sala l’On. Luca Bellotti (Comm. Agr. Camera) e Antonio Tallarida (Capo Ufficio Legislativo MIPAAF). “Virtuale” la presenza del ministro De Castro, il cui contributo è giunto in differtita grazie a un’intervista precedentemente registrata: anch’egli ha sottolineato come la ridotta dimensione attuale delle aziende agricole necessiti di una forte integrazione con le associazioni e con i fornitori di servizi, al fine di migliorare le economie di scala e la produttività. Molti i sacrifici fatti per l’OCM bietola, sacrifici che - si assicura - sono stati tenuti in conto dal ministero. Si attende quindi una proposta di Unima per un D.M. che riconosca in via definitiva la figura del contoterzista nei confronti della filiera. De Castro ha infine fatto cenno anche al dibattutissimo argomento delle Agroenergie: esse sono viste si come risorsa importante, ma non devono essere sopravvalutate in quanto a peso relativo sul totale dell’agricoltura italiana. Interessanti però - secondo il ministro – tutte le iniziative atte a creare delle aree agroenergetiche vocate.
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Fonte: Unima - Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola
Autore: D S