Nonostante lo scenario di incertezza a causa dei costi di produzione sempre più fluttuanti e del clima imprevedibile, in Puglia sarebbero stabili le semine di grano duro nella campagna 2022-2023 rispetto a quella 2021-2022, ponendo così la regione più cerealicola d'Italia a quota 344.200 ettari, stimate da Coldiretti Puglia sugli oltre 1,2 milioni di ettari messi a coltura in tutta Italia. Tale cifra è il frutto di una verifica dell'Organizzazione agricola, condotta nelle aree cerealicole della Puglia, dove le semine hanno registrato forti ritardi a causa dell'andamento climatico imprevedibile, tra caldo fuori stagione e improvvise quanto violente ondate di maltempo.
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A causa della siccità e dei costi di produzione in tilt, è crollata la raccolta del grano in Puglia nel 2022 con una diminuzione del 26% rispetto all'anno precedente, quando ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti - continua la Coldiretti Puglia - sono state proprio le coltivazioni di cereali, dal grano all'avena, a causa dell'esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l'incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato.
La crisi ucraina e i suoi contraccolpi globali hanno messo in evidenza quanto l'Italia sia deficitaria su molti fronti, solo per produrre la pasta alimentare importa infatti il 44% del grano duro.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano, con 10milioni di quintali prodotti in media all'anno. La domanda di grano 100% made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall'estero, soprattutto da aree del Pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell'ultimo decennio - denuncia Coldiretti Puglia - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull'economia, sull'occupazione e sull'ambiente.
Le superfici seminate - aggiunge Coldiretti Puglia - potrebbero raddoppiare con la produzione di grano che deve puntare sull'aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale.
Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita anche in Puglia la messa a coltura di oltre 100mila ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l'acqua per aumentare la produzione aggiuntiva di grano duro.
Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova Legge di contrasto alle pratiche sleali ma è necessario investire - aggiunge Coldiretti Puglia - per aumentare produzione e le rese dei terreni.