"Dal primo giorno del mio insediamento - ha affermato il vicepresidente e assessore alle Politiche Agricole e Forestali, Francesco Fanelli - ho fortemente creduto nel sistema delle filiere produttive, che ho voluto sostenere con atti concreti, come lo stanziamento, nel 2019, di circa 4 milioni di euro destinati ad ulteriori cinque progetti di filiera e nel luglio del 2020 6,8 milioni di euro messi a disposizione per nuovi progetti di produzione, trasformazione e commercializzazione".
Fanelli ha poi aggiungo: "L'ultima scelta di destinare ulteriori 6 milioni di euro, rivenienti dalle economie di varie misure del Psr Basilicata 2014-2020, è un segnale forte di sostegno e valorizzazione a quelle imprese che si organizzano in filiere agroalimentari al fine di garantire una migliore organizzazione dell'offerta, ottenere un maggior peso contrattuale e conquistare sempre nuovi mercati".
Il dirigente generale Donato Del Corso, rimarcando come il dipartimento abbia accolto le richieste delle organizzazioni di categoria inerenti al rafforzamento delle filiere agroalimentari, ha posto l'accento sul rispetto della tempistica inerente la procedura di assegnazione delle risorse aggiuntive.
In particolare, come sottolineato dall'autorità di gestione del Psr 2014-2020 Vittorio Restaino, entro il prossimo 3 ottobre, i capifila dovranno inviare lo stato di attuazione dei rispettivi progetti di valorizzazione di filiera, indicando anche le eventuali rinunce di aziende poste in posizione utile ma non più interessate al progetto. "Entro il 18 ottobre, sulla scorta della documentazione inviata - ha aggiunto Restaino - verranno definite, per ciascuna filiera interessata dal completamento, l'elenco delle aziende che potranno realizzare i loro investimenti".
Dopo aver espresso apprezzamento per il percorso di valorizzazione delle filiere intrapreso dalla Regione Basilicata, i rappresentanti delle stesse e delle organizzazioni professionali agricole hanno evidenziato alcune criticità che hanno creato seri ostacoli all'avanzamento dei progetti, quali i ritardi dovuti alla pandemia da covid-19, l'incremento dei prezzi delle materie prime e le difficoltà di approvvigionamento.