Un nuovo approccio in agricoltura, che non sia soltanto e logicamente "verde", ma che risponda a caratteristiche ben precise, magari prevedendo uno specifico pilastro nella Politica agricola comune. "È sempre più necessario fare agri-cultura, coinvolgere i cittadini e realizzare un'economia regionale, in grado di collocare il 20-30% della propria produzione in un'area di prossimità rispetto alla produzione".

È la ricetta che ha presentato Jan Huijgen, agricoltore e filosofo olandese, vincitore del Premio Mansholt nel 2007 insieme a Carlo Petrini e all'ex commissario europeo Franz Fischler, nel corso dell'Outlook 2030 della Commissione Agricoltura Ue alla fine di dicembre.

"In questa fase ci troviamo di fronte a un bivio - osserva Huijgen, che conduce un'azienda familiare nel cuore dell'Olanda, nei pressi di Utrecht, nella quale ha saputo coniugare l'esigenza produttiva alla dimensione sostenibile con oltre 350 specie di piante e più di cinquanta specie di uccelli -: affidare la gestione della catena alimentare alle realtà ipertecnologiche come Amazon e gli altri colossi dell'hi-tech, oppure cambiare radicalmente il modello produttivo, contemplando una dimensione più territoriale del cibo".

L'idea di prevedere un Terzo pilastro della Pac non è nuova, viene periodicamente rilanciata quasi ad ogni riforma, seppure con declinazioni piuttosto vaghe.
Per Jan Huijgen il tema da affrontare è legato ad un'agricoltura finalizzata al consumo regionale, che significa appunto allo stesso tempo investimenti nella cultura agricola, nel dialogo con i cittadini e le comunità, con una forte attenzione allo sviluppo rurale, al paesaggio e al territorio. Tutto ciò senza perdere di vista l'efficienza aziendale, la competitività produttiva, la tutela della biodiversità, l'innovazione, ma con un approccio diverso, in cui chi produce e chi acquista - cioè agricoltori e cittadini - possano condividere un percorso di crescita condiviso.

"Serve un patto verde con i cittadini e le comunità - afferma - e una corresponsabilità nelle scelte produttive, evitando scelte al ribasso, ma al contrario cercando di favorire il valore aggiunto dell'agricoltura. Anche perché è evidente che se i produttori non hanno un adeguato ritorno economico, non investono e non hanno scelta nel loro futuro".
La strada è quella di "una maggiore eco-compatibilità e di una ricerca del prezzo equo", spiega.

Dal 2013 Jan Huijgen, 63 anni, organizza il Regional foodspring nel cuore della sua regione e nel 2021 si concentrerà proprio sulla strategia alimentare regionale, partendo dalla sua azienda a indirizzo zootecnico (Eemlandhoeve), in cui, però, ha abbandonato l'allevamento intensivo per privilegiare un approccio di assoluta trasparenza, resilienza, equilibrio con il territorio e dialogo con i cittadini.

Altre forme di introiti, dunque, che derivano dalla vendita diretta, ma anche dalle visite in quella che è un'azienda concepita in modo rivoluzionario. Tenendo fede ai principi di Sicco Mansholt (commissario europeo all'Agricoltura dal 1958 al 1972 e considerato il padre della Politica agricola comune) e applicando le conoscenze legate all'ecologia, agronomia, tecnologia, sociologia ed economia, per i quali Jan Huijgen ha previsto anche un'Academy.