In breve
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Si continua a discutere su come risolvere la carenza di manodopera agricola, ma le proposte restano fra loro distanti.
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Il prezzo del latte in caduta libera. Colpa dell'emergenza sanitaria, ma c'è chi denuncia manovre speculative a danno degli allevatori.
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Molti segmenti dell'ortofrutta sono in affanno, ma non le mele, che invece fanno registrare un aumento dei consumi.
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La situazione più difficile si ha negli agriturismi, le cui perdite sono stimate intorno al miliardo di euro.
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Recupera il florovivaismo, per il quale arrivano i primi aiuti su base regionale.
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Il prossimo mese ci saranno i primi lanci di vespa samurai, l'insetto che promette di mettere fine all'invasione della cimice asiatica.
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Xylella, c'è chi teme che la battaglia possa essere persa.
Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
Il bracciante che non c'è
Quello della carenza di braccianti agricoli è un problema che si trascina ormai da alcune settimane, collegato all'emergenza sanitaria che ha impedito la presenza di manodopera, normalmente proveniente dai paesi dell'Est europeo.Per analizzare le origini di questo problema “Il Sole 24 Ore” del primo maggio ha intervistato la ministra del Lavoro della Repubblica romena, Violeta Alexandru, che ha puntato l'attenzione sui contratti e sulla regolarità delle assunzioni.
Nel frattempo si fa sempre più strada la proposta della ministra per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, che individua la soluzione nella regolarizzazione dei migranti.
Se ne discute il 5 maggio su “La Verità” e su “Il Manifesto” che prendono in esame l'argomento da angolazioni opposte.
Sulla regolarizzazione dei migranti interviene "Il Sole 24 Ore" del 7 maggio, ricordando che questa soluzione non risolve il problema del lavoro sui campi.
Per dare una risposta alle esigenze delle aziende agricole sarebbe più efficace riaprire i corridoi verdi con l'Est e usare i voucher.
Nello stesso giorno anche "Il Fatto" ricorda che venti anni di sanatorie sono stati utili per regolarizzare badanti e colf, ma pochi i braccianti "emersi" da queste iniziative.
Fra le opzioni allo studio resta tuttavia quella dell'assunzione per i lavori agricoli stagionali delle persone che usufruiscono delle indennità di disoccupazione o per quanti usufruiscono del reddito di cittadinanza o della cassa integrazione.
E' quanto potrebbe essere deciso, anticipa “Italia Oggi” del 6 maggio, nel prossimo decreto legge in fase di studio.
Il nodo braccianti diventa poi terreno di scontro politico i cui retroscena sono descritti il 7 maggio da "Il Messaggero". E il problema di fondo, quello della mancanza di braccia per il lavoro dei campi, passa ancora una volta in secondo piano.
Latte nella tempesta
Mentre si discute del tema braccianti, il mondo agroalimentare continua a fare i conti con le conseguenze dell'emergenza sanitaria.La chiusura degli esercizi per la ristorazione collettiva, insieme al mutamento delle abitudini alimentari, ha messo in ginocchio molti settori.
Latte e carne, scrive il “Corriere di Como” del primo maggio, figurano fra i prodotti che più di altri ne hanno sofferto, con una domanda che si è ridotta di circa il 30%.
In poche settimane il prezzo corrisposto agli allevatori per la produzione di latte è precipitato da 40 a 32 centesimi al litro.
Una caduta vertiginosa, che lascia presumere la presenza di speculazioni sul prezzo della latte, come si legge nello stesso giorno sulle pagine de “La Provincia di Como”.
Di speculazioni sul prezzo del latte parla anche “Il Mattino di Padova” del 4 maggio, commentando la discesa dei prezzi che si è verificata in queste settimane.
Sotto i riflettori de “La Nazione” del 5 maggio la protesta degli allevatori per il taglio del prezzo deciso dall'azienda lattiero casearia Mukki.
Questa società, ricorda il 4 maggio il “Corriere della Sera”, è protagonista di un importante passaggio che la vede confluire nella Newlat di Angelo Mastrolia, l'imprenditore che controlla importanti marchi del settore, come Buitoni, Polenghi e Cirio.
Le difficoltà dei produttori italiani di latte sono le stesse vissute dai loro colleghi europei, che in questi giorni, come si apprende da “La Provincia” del 6 maggio, hanno deciso di scendere in piazza in Italia e in Europa per manifestare il loro dissenso sulle politiche attuate per arginare la crisi.
Conti in rosso
Anche il radicchio è vittima della crisi indotta dall'emergenza da coronavirus.Lo scrive il primo maggio la “Nuova Venezia”, denunciando che il 50% della produzione risulta invenduta e i produttori chiedono un sostegno e anche progetti di filiera per risalire la china.
Più in generale è tutto il comparto dell'ortofrutta che in Veneto lamenta un crollo del fatturato di circa il 35%.
È quanto afferma la “Nuova Venezia” del 5 maggio, ricordando che sono circa un migliaio le aziende coinvolte nella crisi.
Male anche il comparto vitivinicolo, si apprende il 3 maggio dal “Giornale di Brescia”, per il quale alla riduzione dei consumi si aggiungono le difficoltà causate dai cambiamenti climatici.
Un quadro sulle difficoltà del settore agroalimentare è stato disegnato da Ismea nel rapporto pubblicato a fine aprile.
Una sintesi delle principali evidenze che ne emergono è tratteggiato sulle pagine del quotidiano cremonese “La Provincia” del 3 maggio.
Molti i settori in sofferenza e fra questi spicca l'agriturismo che lamenta perdite ingenti, delle quali si occupa “Il Sole 24 Ore” del 6 maggio.
I danni per questo settore, si legge sul principale quotidiano economico italiano, assommano a un miliardo di euro, conseguenza di minori incassi per circa il 65%.
Bene le mele
Fra i tanti settori in emergenza non figura quello della produzione di mele. Il consumo, infatti, è in crescita di oltre il 20%.Lo si apprende il 4 maggio da “L'Arena”, che cita a questo proposito le indagini condotte da Assomela.
Una conferma di questo trend positivo del segmento mele arriva da “Il Giornale” del primo maggio, che citando la situazione del Piemonte, ricorda i buoni risultati ottenuti dalla mela rossa di Cuneo, prodotto a Indicazione geografica protetta, le cui vendite sono salite del 18%.
Segnali di ripresa giungono poi dal settore florovivaistico. Lo si apprende dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 3 maggio, che commenta il positivo andamento del mercato all'ingrosso di Terlizzi, in Puglia.
A dispetto dei prezzi, che continuano a scendere, il “Giornale di Brescia” del 3 maggio segnala l'ottima situazione del Grana padano, che in marzo ha raggiunto livelli record, con la vendita di quasi 500mila forme.
Numeri positivi anche per il segmento del vino da tavola. Lo scrive “Italia Oggi” del 6 maggio, ed è il risultato del mutamento nelle preferenze dei consumi in seguito all'emergenza sanitaria.
Gli aiuti
Per fronteggiare le situazioni di difficoltà che si manifestano nei vari comparti si moltiplicano gli interventi anche a livello regionale.Fra questi quello deciso dalla Toscana e indirizzato al settore florovivaistico. “La Nazione” del primo maggio informa infatti che ai floricoltori sono destinati interventi per 2,6 milioni euro.
Analoga iniziativa si registra in Puglia, dove la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 6 maggio racconta che per il settore florovivaistico sono previsti aiuti per circa 2 milioni di euro, e altri 2 andranno al settore lattiero caseario.
Per le piccole aziende del settore agroalimentare la Commissione europea suggerisce di usare i fondi destinati allo sviluppo rurale per erogare compensazioni che possono variare fra 5mila e 50mila euro. I dettagli si possono leggere il 5 maggio sulle pagine di “Italia Oggi”.
Ancora su "Italia Oggi", del 7 maggio in questo caso, si dà notizia del via libera da parte della Commissione europea a un regime di aiuti per 30 milioni di euro.
Il nuovo regime consentirà di concedere prestiti fino a 30mila euro per ogni azienda.
Sugli impegni presi per fronteggiare la crisi, si registrano tuttavia anche posizioni molto critiche, come quelle espresse il 3 maggio da “Libero”, in particolare per la assenza di misure idonee a fronteggiare la carenza di manodopera agricola.
Il lancio della vespa
Vedremo cosa si deciderà sul fronte del lavoro agricolo, intanto si può prendere atto della decisione di utilizzare la vespa samurai nella lotta alla cimice asiatica.Il prossimo mese, si apprende da “La Nuova Ferrara” del 3 maggio, è già previsto il lancio di 65mila esemplari di questa vespa, che rappresenta un nemico naturale della cimice.
Il programma degli interventi è già stato definito dal Servizio fitosanitario del Mipaaf, ma ora dalle pagine de "Il Mattino di Padova" del 7 maggio gli agricoltori ricordano che stanno aspettando da mesi che si passi dalle parole ai fatti.
Non si fermano intanto gli studi per cercare anche altre strategie di lotta e la “Gazzetta di Modena” del 4 maggio anticipa i primi risultati di quattro filoni di ricerca portati avanti dal Crpv, il Centro ricerche per le produzioni vegetali di Cesena.
Non ci si dimentica nemmeno dell'altra grande emergenza fitosanitaria, rappresentata dalla Xylella per gli olivi pugliesi.
Ne parla ancora una volta la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 3 maggio dando la parola a Giuseppe Silletti, che per la lotta a questa emergenza è stato tempo fa commissario straordinario.
Le sue conclusioni non lasciano spazio a eccessivo ottimismo: "se la battaglia sarà ancora condotta con moschetti di legno, gli ulivi pugliesi saranno condannati a morte".