Il caso nasce da una causa tra un lavoratore e appunto il datore di lavoro, in quanto il primo si era infortunato per essere venuto in contatto con le parti in movimento di un macchinario che, è stato poi riscontrato, non era dotato di un pulsante di emergenza per il blocco dell'impianto né di cartelli o pittogrammi che indicassero il pericolo.
Il datore di lavoro è stato quindi ritenuto colpevole del reato di lesioni colpose gravi con violazione della disciplina antinfortunistica, in quanto egli è tenuto ad accertare i requisiti di legge dei macchinari utilizzati e risponde dell'infortunio di un dipendente dovuto alla loro mancanza. Né la marcatura CE, né la notorietà e competenza tecnica del costruttore valgono ad esonerarlo dalle sue responsabilità.