È un nuovo modo di comunicare, attraverso i social, verso i quali si orientano i giovani. Le risposte non si sono fatte attendere e sono venute da profili e professionalità alquanto eterogenee, per quanto accomunate dall'appartenenza, a vario titolo, al settore primario.
Sono intervenuti, infatti, studenti di Agraria, periti agrari, imprenditori agricoli, docenti di Agraria, studenti universitari, trattoristi, concessionari di macchine agricole, responsabili di marketing territoriale.
Qualora la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova volesse farsi carico delle richieste raccolte da AgroNotizie avrebbe di che sbizzarrirsi.
I messaggi sono accomunati da un'esigenza prioritaria: garantire redditività alle imprese agricole e, di conseguenza, assicurare un futuro al settore. Chi interviene sa che l'agricoltura e l'agroalimentare sono segmenti strategici per l'economia italiana e, tra le righe, ci piace cogliere anche la fiducia nei confronti di una ministra delle Politiche agricole che, per quanto sia di prima nomina, non è una novizia, del tutto estranea al settore ma, anzi, i piedi nella terra li ha tenuti fin da giovane e sa che cosa vuol dire impresa agricola.
La multifunzionalità dell'agricoltura come frontiera sempre più alla portata delle imprese e sburocratizzazione sono temi verso i quali i follower di AgroNotizie su Instagram mostrano attenzione.
Fra gli interventi non manca certo la curiosità di chi chiede quando si va a votare, aspetto di sicuro interesse, ma presumibilmente lontano dalle agende parlamentari odierne.
L'attualità la fa da padrona e c'è chi chiede di sbloccare al più presto tutti i fondi dei Programmi di sviluppo rurale e quelli destinati a risarcire i danni provenienti da calamità naturali, in modo da liquidare tutti gli aventi diritto. I cambiamenti climatici sono una realtà e le conseguenze del maltempo si sono fatte sentire nel 2019 fra siccità invernale, eccesso di pioggia primaverile, grandinate, trombe d'aria e bombe d'acqua nel corso dell'estate. Senza contare Xylella fastidiosa al Sud e cimice asiatica al Nord. Non stupisce che anche tra gli agricoltori digitali si chieda alla ministra di sbloccare risorse per ripartire.
Anche il made in Italy rientra fra le risposte di quanti hanno scritto in rete. C'è chi desidererebbe un prezzo minimo garantito per ogni prodotto italiano, in modo che possa essere stoccato e commercializzato il momento più opportuno. Allo stesso tempo, si chiede di sostenere le piccole aziende, riducendo la burocrazia e i requisiti minimi da rispettare.
Le richieste avanzate alla ministra Bellanova via Instagram puntano molto sul "guadagno dignitoso". Così, c'è chi vorrebbe obbligare la grande distribuzione a pagare di più, vendendo i prodotti a un giusto prezzo, in modo che imprenditori agricoli e dipendenti abbiano un "guadagno onesto e dignitoso".
La remunerazione è, d'altronde, l'unico carburante per far viaggiare le filiere agricole e alimentari italiane. Senza soldi, dice il detto, non si canta messa. E nemmeno si coltiva la terra o si alleva.
In chiave di rapporti con i consumatori c'è anche chi suggerisce alla neo eletta ministra dell'Agricoltura di sostenere la multifunzionalità e, in particolare, il canale della vendita diretta dei prodotti agroalimentari e delle energie da fonti rinnovabili come il fotovoltaico e il biogas.
Archiviata da ottant'anni l'autarchia, in questa fase di globalizzazione selvaggia c'è chi chiede alla ministra Bellanova di intervenire per evitare di importare prodotti di cui abbiamo già saturi i mercati, frenando flussi di merci dall'estero che non rispettino il diritto di reciprocità con i disciplinari in vigore in Italia. L'obiettivo non è certo quello della chiusura delle frontiere, ma dell'equità delle produzioni, in modo da non consentire un import senza regole, ma facendo in modo che i prodotti che arrivano in Italia rispettino le stesse regole in termini di produzione.
E via Instagram ci sono anche messaggi tanto sintetici quanto efficaci, che pongono l'attenzione su una questione che rappresenta uno dei punti nodali del sistema agricolo italiano: i Programmi di sviluppo rurale. Alla ministra, neanche fosse San Gennaro, si chiede il miracolo, perché c'è chi scrive con cinque puntini di sospensione (che forse rappresentano un grido di aiuto): "Psr realizzabili".