L'obbiettivo, come ha dichiarato l'assessore all'Agricoltura Marco Remaschi, è quello di riqualificare aree non utilizzate in paesi e città offrendo la possibilità di sperimentare concretamente l'amore per la terra a persone di tutte le età, soprattutto ai giovani, e allo stesso tempo a offrire nuovi luoghi di socialità, con l'orto come occasione di incontro e di condivisione di un'alimentazione sana e genuina.
In questi giorni è stata infatti approvata la graduatoria del progetto regionale che permetterà di finanziare con fondi regionali orti in 62 comuni con un contributo fino al 70% della spesa, con una spesa totale di 1,2 milioni di euro per il 2017 e altrettanti per il 2018.
Tra i comuni che hanno aderito al progetto si segnalano Firenze, Bagno a Ripoli, Siena, Lucca, Grosseto e Livorno, finanziati come comuni pilota per aver avviato esperienze simili e una fase di sperimentazione a partire dall'autunno del 2015.
Ci protremmo chiedere, soprattutto noi professionisti del settore, che senso ha un progetto del genere finanziato da una spesa così considerevole. Un progetto voluto e promosso dall'assessorato all'Agricoltura, e non magari dall'assessorato alle Politiche sociali.
Il senso è quello di far conoscere con mano l'agricoltura, farne conoscere le soddisfazioni, i prodotti e le difficoltà. Chi produce da sé, magari con difficoltà anche un solo cesto di insalata, sarà più consapevole dello sforzo della difficoltà di produrre dei prodotti che acquisterà in seguito e sarà anche più disposto a spendere di più per qualcosa di qualitativamente migliore.
Allo stesso modo, chi riuscirà a produrre ortaggi di buona qualità, sarà incentivato, quando ha finito i suoi, a cercare sul territorio aziende, magari piccole o medie, che lavorino con la stessa passione e offrano prodotti "buoni" come o meglio di quello che ha prodotto da sé.
Un progetto che vuol coinvolgere soprattutto i giovani, vuol contribuire a formare consumatori attenti e consapevoli, in grado di riconoscere il valore dei prodotti agricoli e apprezzarli, anche nel senso letterale di riconoscergli un prezzo.
Nell'ottica della Regione Toscana, gli orti urbani dovranno essere uno spazio soprattutto per i giovani, e per tanto l'iniziativa è stata inserita anche nel progetto Giovanisì, il progetto che finanzia attività per favorire la formazione e l'autonomia dei giovani, e sarà riconosciuta una priorità nell'assegnazione degli appezzamenti a persone di età inferiore ai 40 anni.
L'orto, oltre ad essere un modo di valorizzare e restituire ai cittadini aree abbandonate, diventa quindi non un semplice pezzo di terra da coltivare ma un luogo di ritrovo, di confronto dotato di strutture comuni anche di connessione wi-fi.
Secondo il progetto, i comuni, una volta ottenuto il finanziamento, apriranno il bando per individuare le associazioni di volontariato che gestiranno gli orti e queste a loro volta li affideranno in uso gratuito ai cittadini, suddividendoli in appezzamenti di dimensioni comprese tra i 32 e i 100 metri quadri.
Poi a breve, l'Accademia dei Georgofili, pubblicherà un manuale pratico per i nuovi ortisti e le associazioni che gestiranno gli spazi. Un manuale che da una parte sarà uno strumento utile per coltivare meglio e dall'altra il segno concreto della approvazione del progetto da parte della prestigiosa istituzione fiorentina.