Bilancio in chiaroscuro per i primi quattro bandi del Programma di sviluppo rurale della Campania 2014-2020, ma con la possibilità da parte della Regione Campania di dare una spinta forte alla nuova agricoltura.

È la sintesi dei dati che il centro studi AgriSmart ha presentato al consiglio regionale di federazione di Coldiretti Campania. Si annuncia un overbooking che potrebbe arrivare a 142,3 milioni di euro, e che l’organizzazione chiede di coprire: nell’interesse delle imprese agricole e della velocità di spesa.
 
Lo studio effettuato da AgriSmart riguarda tutte le domande presentate entro il 25 gennaio 2017 per le tipologie di intervento 4.1.1 "Supporto per gli investimenti nelle aziende agricole", 4.1.2 "Investimenti per il ricambio generazionale nelle aziende agricole", 5.2.1 "Ripristino del potenziale produttivo danneggiato da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici" e 6.1.1. "Riconoscimento del premio per i giovani agricoltori che si insediano per la prima volta come capi azienda".
 
Il gruppo di lavoro - coordinato da Antonio Falessi, già direttore generale dell'assessorato all'Agricoltura della Campania - ha analizzato nel dettaglio il valore e la composizione delle 2.280 domande di aiuto presentate per una spesa complessiva di 326,3 milioni di euro a fronte di una dotazione finanziaria dei bandi di 184 milioni, inizialmente prevista in soli 70 dall’assessorato all’Agricoltura.
 
Il consiglio regionale di Coldiretti – presieduto da Gennarino Masiello, dal vice Vittorio Sangiorgio e dal direttore Salvatore Loffreda – a fronte di una situazione ancora non rispondente alle esigenze delle imprese agricole, ha deciso di elaborare un documento con tutti i dati in dettaglio da inviare al consigliere delegato Franco Alfieri e al governatore ed assessore all'agricoltura ad interim Vincenzo De Luca per chiedere di finanziare tutti i progetti approvati che andranno in overbooking.
Il divario tra spesa prevista e dotazione finanziaria è di 142,3 milioni, ma vi sono anche misure meno gettonate e pertanto, al netto di un teorico spostamento di fondi tra misure, per non lasciare nessuno fuori occorrerebbero circa 57 milioni di euro.
 
Dall'analisi dei dati emerge che, al netto del fisiologico numero di domande che saranno ritenute non ammissibili, le dimensioni del divario rischiano di produrre effetti negativi sulle aspettative delle aziende proponenti. Tale criticità è particolarmente evidente nell'ambito della tipologia di intervento 4.1.1, in cui la spesa prevista dalle domande di sostegno presentate è di quasi 3 volte superiore alla somma messe a bando.
 
Infatti, per la 4.1.1 "Supporto per gli investimenti nelle aziende agricole" sono state presentate 991 domande (43,4% del totale), per una spesa prevista che sfiora i 200 milioni di euro, a fronte di un appostamento sul bando da 70 milioni.
 
Anche la tipologia 4.1.2 "Investimenti per il ricambio generazionale nelle aziende agricole" ha dimostrato di suscitare un grande interesse, totalizzando 583 domande, per una spesa prevista pari ad oltre 71 milioni. Si tratta, in ogni caso, dell'unica tipologia di intervento in cui il budget disponibile - 84 milioni - risulta sufficiente.
 
Un numero di domande (586) pressoché uguale alla tipologia d'intervento precedente è stato presentato per 6.1.1 "Riconoscimento del premio per i giovani agricoltori che si insediano per la prima volta come capi azienda", il cui importo è complessivamente pari a circa 28,8 milioni di euro, che sfondano il budget del bando attestato a 25 milioni.
 
Infine, per la tipologia 5.2.1 "Ripristino del potenziale produttivo danneggiato da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici" le domande sono state 120 per una spesa prevista di 31 milioni di euro a fronte degli appena 5 milioni disponibili.  
 
"Se la partenza del Psr Campania è stata lenta – commenta Masiello – adesso non possiamo permetterci di deludere le aspettative. Non possiamo farlo perché da tre anni si attendono bandi per investimenti in grado di rafforzare le aziende. Non possiamo farlo per non deludere i giovani al primo insediamento che resteranno fuori dalla graduatoria e a cui si rischia di distruggere l'entusiasmo.
E non possiamo permettercelo se vogliamo costruire una nuova agricoltura che punti su qualità e distintività nell'innovazione, che hanno bisogno di forze fresche e di competenze".


"Infine - conclude Masiello - non possiamo deludere chi è stato danneggiato dall'alluvione del Sannio nell'ottobre 2015, dove l'attesa è già stata troppo lunga.
Alla Regione Campania chiediamo di mettere in campo tutti gli strumenti per chiudere al meglio e recuperare l'enorme ritardo. Sotto l'effetto di una spinta così forte l'apertura dei prossimi bandi volerà sulle ali di una rinnovata fiducia verso il programma di sviluppo rurale. La Campania può e deve giocare un ruolo da protagonista".