Il 2015 è stato un anno che ha segnato una ripresa economica in Italia. In Toscana la chiave della ripresa è da ricercarsi soprattutto nelle vendite all'estero, con un aumento del 3,2%, in particolare nei settori della meccanica e dell'agroalimentare.

La Toscana si dimostra capace anche di attrarre investimenti stranieri in misura maggiore rispetto alla media nazionale, ma dall'altro lato calano sempre di più gli investimenti delle aziende toscane all'estero.

Anche l'occupazione ha mostrato un miglioramento dell'1,5%, con circa 22.700 nuove assunzioni, dovuto soprattutto all'incremento degli impiegati nel settore terziario, con un +2,7%, che hanno compensato il calo nel settore edile ed in quello delle costruzioni, sceso del 9,9% e la sostanziale stabilità del comparto industriale.

Risultano invece negativi i dati per i giovani, con un tasso di disoccupazione del 17,4% tra gli under 35, dati che derivano non dal non aver trovato lavoro, ma dall'aver smesso di cercarlo.

Ma quale è il ruolo del comprato agricolo nel bilancio regionale dell'anno passato? L'agricoltura in Toscana contribuisce per circa il 2%, che aumenta al 3,5% se consideriamo anche l'industria alimentare e tutta la filiera agroalimentare nel suo complesso.

E qui, secondo l'analisi della Confederazione italiana agricoltori Toscana, stanno le possibilità di crescita per il comparto, che sono importanti e sono legate alla maggiore integrazione delle fasi della filiera.
Un esempio concreto potrebbe essere il collegamento della trasformazione industriale dei prodotti agricoli, che avviene nel Sud della Regione, con le infrastrutture portuali esistenti.

Lo stesso dicasi per il settore manifatturiero e il turismo, che sono gli altri due elementi su cui lavorare per sviluppare il settore agricolo, riuscendo a creare situazioni di sinergia tra i vari comparti e le varie vocazioni di zona.

L'agricoltura potrebbe cioè fungere da chiave di volta per rilanciare sé stessa, e dare un nuovo impulso al territorio mettendo insieme le varie realtà e vocazioni produttive. Una nuova forma di multifunzionalità, dove l'agricoltura diventi come un collante che leghi altri comparti, facendoli risollevare insieme.