Già a maggio e giugno la tendenza si era accentuata negativamente, a causa della caduta dei prezzi di frumento, olio d’oliva, latte e avicoli. Sempre in agosto, il livello di prezzo dei prodotti alimentari rilevati dall’Istat sono cresciuti dello 0,8% su base annua, grazie alla spinta degli alimentari non lavorati (+2,4%). Per quanto riguarda l’intero settore primario, la dinamica al ribasso più decisa è stata per i prodotti della zootecnia (-4,9%), mentre è stata meno accentuata per il comparto vegetale (-1,3%).
Scendono ancora le quotazioni dei cereali (-19,1% su base annua), in particolare frumento duro (-42,6%) e tenero (-16,1%) e del riso (-18,7%). Il mais è l’unico cereale a crescere nei livelli di prezzo (+10,2%), mentre c’è un calo forte anche per i listini degli olii e grassi vegetali (-28,3%), con l’olio extra vergine d’oliva che addirittura ha perso quasi il 33%. Crescono le quotazioni per le colture industriali (+8%), così come per gli ortaggi e la frutta fresca, rispettivamente +6,3% e +13,9%.
L’analisi congiunturale indica invece un recupero del 4,1% rispetto a luglio, per effetto degli incrementi dei listini frutticoli e orticoli (+4,8% e +10,7%), controbilanciati dalla flessione dei vini (-1,9%), dei cereali (-3,2%), della soia e altre oleaginose (-6,8%). Per quanto riguarda il comparto zootecnico, la tendenza negativa annua (-4,9%) è data in particolare dai segni meno nel bestiame vivo (-2,5%), dal latte (-5,9%) e dalle uova (-23%). Un dato leggermente positivo però c’è. Il dato di agosto, infatti, migliora l’andamento dell’intero 2016: il confronto con il dato medio del 2015 passa dal -8,1% al -7,1%. Stabile su valori negativi l’indice core, con un pesante -7,4%.