Lo ha annunciato ieri da Angri (Salerno), la capogruppo La Doria, che ha anticipato così alcuni elementi del piano triennale che nei prossimi giorni sarà comunicato dal management agli operatori finanziari di Milano e Londra.
La Doria è un'importante acquirente di materie prime agricole, con stabilimenti sia al sud che al nord Italia: nato nella trasformazione del pomodoro da industria, con uno stabilimento proprio nell’agro sarnese nocerino, il gruppo si è sviluppato crescendo sempre più nei legumi in scatola, nei succhi e polpe di frutta, fino a sbarcare sulle linee innovative dei sughi pronti e delle zuppe di ortaggi.
Con l’acquisizione nel 2015 del gruppo Pafial, il gruppo La Doria ha portato i ricavi consolidati a 748,3 milioni di euro, segnando +18.5% sull’anno precedente (631.4 milioni nel 2014). Un risultato che ha consentito di conseguire un utile netto di 43,6 milioni (+ 46% sul 2014). Grazie al piano triennale di sviluppo, il gruppo conta di portare i ricavi nel 2018 a 760,2 milioni di euro per poter generare oltre 45,4 milioni di utile netto.
Per crescere ancora, il piano triennale de La Doria indica che è necessario “Espandere le linee di prodotto a più alto valore aggiunto e marginalità”. In termini più concreti ciò significherà “Investire sullo sviluppo del segmento premium e biologici”.
I nuovi mercati sono da cercare all’estero, poiché occorre “Ampliare l'estensione geografica del mercato in aree con potenziale di sviluppo o sottorappresentate”. Tra i mercati bersaglio da aggredire meglio, il piano triennale rileva che c’è quello Usa, anche se non mancano incursioni in Gran Bretagna.
Per far crescere il fatturato, inoltre, si lascerà “Diminuire il peso relativo della linea derivati del pomodoro per ridurre l’esposizione alla volatilità della marginalità di tale linea”. Anche se da La Doria, Patrizia Lepere, investor e media relations manager spiega ad AgroNotizie: “Compreremo ancora più pomodori dagli agricoltori, poiché il prodotto trasformato che puntiamo ad ottenere sarà ancora maggiore, anche se il peso in termini di fatturato di vendita dovrà diminuire, per esporre meno il gruppo alla volatilità del mercato”.
Il piano triennale prevede di “Accrescere le quote di mercato dei marchi aziendali premium a completamento dell’offerta private labels alla grande distribuzione”. In questo quadro qualitativamente elevato, si tenderà a consolidare il reparto dei succhi di frutta, mentre cresceranno sia in quantitativi assoluti che in quota di fatturato altri prodotti: ”Stiamo puntando molto sui legumi – spiega ancora la Lepere – ma anche sui sughi pronti, i minestroni e sulle zuppe di ortaggi, che stiamo ora lanciando in Gran Bretagna”.