L’accordo prevede un impegno di acquisto fino alla campagna 2020 e specifiche azioni per la tutela ambientale (in particolare per la riduzione di CO2) e per una maggiore tutela dei lavoratori. La sua durata pluriennale consente di utilizzare appieno le misure dei Psr che hanno identica scadenza temporale. La presentazione è arrivata nel corso dell’iniziativa “Coltiviamo il futuro” organizzata da Philip Morris a Ospedalicchio di Bastia Umbra (Pg), cui hanno partecipato anche centinaia di produttori delle regioni Umbria, Veneto e Toscana.
Per Coldiretti - ha sottolineato il presidente Roberto Moncalvo - il rapporto con Philip Morris, rappresenta un esempio importante di “relazioni e risultati”, in grado di valorizzare la qualità e distintività del tabacco italiano, con un grande valore aggiunto in termini di rispetto ambientale e responsabilità sociale. Un accordo - ha aggiunto Moncalvo - che si inserisce nel più ampio progetto Coldiretti “per una filiera agricola tutta italiana”, che mira a dare un giusto valore economico ai prodotti delle imprese e che giunge in un anno caratterizzato da eventi straordinari per l’agricoltura italiana. Dall’Expo, alla Legge di stabilità, con l’abolizione di Irap e Imu agricola, fino all’approvazione da parte della Commissione europea di tutti i Piani di sviluppo rurale presentati dall’Italia, che valgono quasi 21 miliardi di euro fino al 2020.
Il rapporto molto stretto con Coldiretti - ha affermato Eugenio Sidoli presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia - ha dato vita ad un progetto a “Km zero” anche per il tabacco; un progetto all’inizio utopistico che ora si rinnova e che segue l’accordo quadro dello scorso luglio tra Philip Morris e il ministero delle Politiche agricole, con un potenziale investimento per l’acquisto di tabacco italiano di circa 500 milioni di euro fino al 2020, importante anche in un’ottica di rispetto ambientale e condizioni di lavoro.
Cesare Trippella - responsabile nazionale Tabacco Philip Morris Italia - nel ricordare come Philip Morris acquisti circa il 50% del tabacco italiano, ha sottolineato l’impegno per passare da una filiera frammentata ad una più corta e semplificata che portasse più risorse possibili ai coltivatori. Da oggi al 2020 - ha concluso - occorrerà uno sforzo comune con produttori e istituzioni, con sostenibilità ambientale, innovazione e ricerca che risulteranno decisive.
Quella del tabacco - ha sostenuto Gennarino Masiello, presidente di Ont Italia e vice presidente nazionale Coldiretti - è una filiera talmente virtuosa che può rappresentare un esempio da mutuare negli altri comparti. Partendo dalle certezze economiche e operative dell’accordo, per continuare a fare tabacco, un settore che conta 50.000 addetti a livello nazionale, serve comunque un rinnovato impegno di tutti, anche nell’ottica di una maggiore sostenibilità economica per le imprese agricole.
La presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini nel suo intervento, ha ribadito come la coltivazione del tabacco non riguardi solo la storia di questa regione, ma rappresenti anche un pezzo importante del suo presente e futuro, un vero distretto anche per una parte dell’industria. Nel nuovo Psr - ha aggiunto - insieme ai settori dell’agroalimentare locale, anche il tabacco viene indicato tra le produzioni portanti.
A concludere la Convention, una tavola rotonda sui riflessi per il comparto della nuova Direttiva comunitaria, cui hanno partecipato l’assessore all’Agricoltura della Regione Umbria Fernanda Cecchini, il parlamentare Walter Verini, Andrea E. Goldstein consigliere delegato Nomisma ed Emilietto Mirandola sindaco di Bovolone (Vr). La nuova Direttiva, che dovrà essere recepita dal Parlamento Italiano, è in fase di definizione e presenta alcuni punti che preoccupano la filiera e i coltivatori; per tutti i partecipanti alla discussione è necessario che la Direttiva si approvi con lo stesso approccio adottato dalle istituzioni comunitarie, evitando ingiustificati inasprimenti che potrebbero determinare la scomparsa della coltivazione senza alcun effetto sulla salute dei consumatori, ma anzi con un aumento delle importazioni di tabacco estero, spesso con minori controlli e con minori garanzie per i lavoratori rispetto a quello nazionale.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Coldiretti