Parla di un aumento dal 5 al 10% rispetto allo scorso anno Coldiretti, che ricorda come la vendemmia in Italia “attivi un motore economico in grado di generare quasi 9,5 miliardi di euro di fatturato dalla sola vendita di vino, con 1,25 milioni di occupati fra agricoltura e indotto”. Coldiretti rimarca poi la corsa dell'export. “Il vino ha fatto segnare un valore record nelle esportazioni con un incremento del 6% in valore delle esportazioni, relativamente ai primi 5 mesi del 2015”.
Il presidente di Caviro Carlo Dalmonte fa trapelare un cauto ottimismo. “Premettendo che siamo ancora nel campo delle previsioni, visto che la vendemmia è appena partita ed entrerà nel vivo nelle prossime settimane, ci sono tutti i presupposti per una produzione a livello quantitativo regolare e molto buona se non addirittura ottima a livello qualitativo”.
“La sanità delle uve è ottima – continua Dalmonte – specialmente grazie alle condizioni climatiche favorevoli di quest'anno. Se nelle prossime settimane il tempo si conferma favorevole, allora i buoni presupposti si tradurranno in ottimi risultati”.
Il presidente di Caviro focalizza l'attenzione poi sui mercati di sbocco principali. “Per noi un mercato consolidato è la Germania, mentre in prospettiva credo che il mercato statunitense, già oggi il primo consumatore mondiale di vino, sarà molto interessante. A est invece c'è la Cina, che ha un potenziale enorme, ma è un mercato estremamente difficile con tanti ostacoli. Come Caviro abbiamo per esempio un ufficio permanente a Shanghai, per accedere in un mercato come questo sono necessari importanti investimenti in marketing e promozione”.
Positività anche nelle parole di Ruenza Santandrea, presidente del gruppo Cevico. “Le piogge primaverili e il caldo di quest'estate, contornato da qualche leggera pioggia ad agosto, renderà la qualità delle uve ottima, per non dire eccellente. Sotto il profilo quantitativo non mi aspetto grandi variazioni rispetto al 2014, forse qualcosa in più ma non molto di più”.
Il punto vero, secondo la Santandrea, è come poter valorizzare al meglio all'estero il nostro vino. “Dobbiamo prendere atto che il mercato interno è in costante calo e il trend negativo non si fermerà – ammette la presidente di Cevico – per questo l'export è di fondamentale importanza. Sicuramente gli Stati Uniti sono un mercato importante, così come la Russia. Guardiamo con interesse al grande mercato asiatico, non solo alla Cina, ma anche a paesi come Corea, Vietnam, Taiwan”.
“Dobbiamo essere molto più bravi a valorizzare al massimo il nostro brand – rilancia la Santandrea – vanno bene le particolarità di ogni vino, le varie differenze da territorio a territorio, la storia legata a ciascun vino. Ma al di sopra di tutto ci deve essere un brand, tipo vino italiano, come hanno i francesi per il proprio vino. Il nome made in Italy è apprezzato in tutto il mondo, dobbiamo sfruttarlo al massimo”.