Tempi duri per l’agricoltura siciliana e per la commercializzazione dei prodotti a causa del crollo di un pilone sulla A19: “Un’azienda che trasporta prodotti agricoli da Palermo al siracusano a causa del crollo del pilone dello scorso 10 aprile ha già speso, in media, 3.200 euro a camion. Sono 100 euro al giorno in più determinati dal costo del carburante e del doppio autista a cui va sommato il consumo del mezzo. Per gli agricoltori si tratta di spese che non possono essere sostenute”.

E’ l’allarme della Coldiretti siciliana a più di un mese dal crollo del pilone che sta provocando un vero e proprio disastro per il settore.

“La chiusura dell’A19 sta facendo sprofondare tutti nella disperazione per l’impossibilità di percorrere in tempi ragionevoli le vie alternative possibili. Gli imprenditori agricoli, costretti ad un aumento vertiginoso dei costi di trasporto, hanno ormai superato la soglia di tolleranza e per questo occorre avviare immediatamente i lavori previsti e trovare soluzioni alternative valide come l’immediata attivazione del porto di Augusta per il trasporto delle merci e l’abolizione del pedaggio sulla Palermo – Messina – Catania” – propone la Coldiretti Sicilia.

“Produttori che devono raggiungere i due poli dell’isola rinunciano alle opportunità commerciali – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti regionale, Alessandro Chiarelli e Prisco Lucio Sorbo - Gli imprenditori siciliani, così come tutti i cittadini non possono più aspettare che si completino gli aspetti burocratici per dichiarare lo stato d’emergenza. Dopo 32 giorni abbiamo assistito a controlli, monitoraggi, visite, prese d’atto, considerazioni, analisi, denunce, ma ancora di non si intravede un solo fatto concreto. Per questo chiediamo che per il trasporto delle merci dalla Sicilia orientale avvenga dai porti che hanno i servizi a terra come quello di Augusta e soprattutto proponiamo l’abolizione del pedaggio sulla Palermo – Messina – Catania: un atto dovuto da parte del Governo con un intervento sull’Anas”.

Inoltre – concludono Chiarelli e Sorbo - è indispensabile procedere al ripristino delle arterie viarie interne distrutte dalla pioggia".