E’ questa una delle numerose proposte che Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, ha illustrato alla Camera dei Deputati, in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.
In particolare, Assitol ha indicato in un coordinamento forte di tutta la filiera il nodo centrale di un’azione efficace di contrasto alle truffe nel mondo dell’olio. “E’ necessario irrobustire la collaborazione fra tutto il settore oleario e le istituzioni – ha stigmatizzato Giovanni Zucchi, presidente dell’Associazione – L’esempio da seguire, a nostro avviso, è quello del settore delle carni, dove le verifiche di filiera sono stati pianificati di comune accordo”.
Al riguardo, ha sottolineato ancora Zucchi, “sarebbe opportuno che l’Icqrf si faccia promotore di un tavolo operativo permanente, attorno al quale istituzioni e organi di controllo possano essere indirizzati verso controlli pianificati dagli stessi attori della filiera, che conoscono le rispettive criticità”.
Fondamentale, per garantire verifiche mirate, è il ricorso ad una serie di misure che coinvolgono gli organismi di controllo.
“Innanzitutto, il rafforzamento del Sian – ha dichiarato Angelo Cremonini, presidente del Gruppo olio d’oliva dell’Associazione – vale a dire il sistema telematico al quale si trasmettono i dati di produzione dell’olio d’oliva, che vorremmo vedere esteso anche agli altri paesi europei. Inoltre, riteniamo opportuna la pubblicazione mensile dei dati”.
Assitol ha pure suggerito l’adozione di alcuni strumenti che faciliterebbero il lavoro di verifica delle autorità: tra questi, l’obbligo di classificazione dell’olio in frantoio entro il mese di febbraio successivo alla sua frangitura o, in alternativa, almeno due settimane prima della messa in vendita.
I controlli in uscita dai frantoi permetterebbero anche un controllo adeguato della produzione, nonché "una commercializzazione trasparente – ha spiegato Cremonini - mentre quelli in uscita dagli stabilimenti industriali consentirebbero di capire quanta responsabilità sul peggioramento della qualità di prodotto sia da attribuire ad una cattiva conservazione da parte della distribuzione”.
Tra le frodi, quella che preoccupa di più l’industria è quella legata al cosiddetto “deodorato”, che dà vita alle contraffazioni più difficili da individuare. “Al riguardo – ha precisato Cremonini - occorre promuovere un filone di ricerca che individui analisi atte a rilevare trattamenti termici e di raffinazione, da sviluppare e finanziare con la nostra collaborazione”.
Visti i risultati importanti ottenuti nella lotta alla contraffazione, Assitol si augura che il lavoro iniziato si concluda, riqualificando l’immagine dell’intera filiera. Alla Commissione, il presidente Zucchi ha poi ribadito la necessità di riportare un po’ di serenità in un mondo scosso di frequente da notizie trasformate dai giornali in scandali mediatici ma che, dopo il giudizio dei tribunali, si rivelano vicende prive di effettiva rilevanza penale.
“Vorremmo che si mettesse fine alla tendenza, anche istituzionale – ha osservato il presidente Zucchi – di raccontare la scoperta di piccole frodi locali come se si trattasse di "romanzi criminali". Al contrario, queste operazioni mediatiche, alla lunga, hanno squalificato non soltanto l’immagine del settore, ma dell’olio”.
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Fonte: Assitol - Associazione italiana dell'industria olearia