La commercializzazione di produzioni orticole biologiche è stata segnata negli ultimi anni da un crescente aumento dei consumi, che, però, non è stato accompagnato da margini economici soddisfacenti per le aziende produttrici. Questa situazione impone, quindi, una riflessione al fine di individuare strategie sia per la fase di coltivazione che di vendita che portino un maggior reddito specie alle imprese medio-piccole, nella commercializzazione delle proprie produzioni biologiche.
In materia di tecnica colturale, per esempio, verranno presentate alcune soluzioni innovative di basso impatto ambientale, che presentano costi più contenuti rispetto a soluzioni tradizionali: è il caso della pacciamatura naturale, ovvero della preparazione del terreno con una pre-semina di orzo, che opportunamente trattato potrà ospitare il trapianto delle orticole, garantendo la protezione da malerbe con un effetto paragonabile a quello ottenuto con teli plastici. O ancora l’introduzione di forme di concimazione verde (sovescio), tramite leguminose che fissano l’azoto atmosferico nel terreno, generando un’azione benefica che può sostituire l’utilizzo di concimi organici.
Per quel che concerne la sfera commerciale, durante l’evento, saranno presentate alcune indicazioni, frutto del progetto Ort.Bio, promosso dall’Università di Bologna (di cui Crpv è stato partner), in merito alla valorizzazione di varietà autoctone e alle possibili forme di vendita diretta in azienda, tramite web, tramite i Gas (gruppi di acquisto solidale) o per mezzo di forme di scambio fra agricoltori in cooperativa: sempre e comunque nell’ottica di una filiera corta, che avvicini la produzione ai consumatori.
L’incontro tecnico sarà introdotto da Marco Errani (Azienda sperimentale Tadini) e prevede le relazioni di Stefania Delvecchio (Crpv, Cesena), di Cristina Piazza (Azienda sperimentale Stuard) e di Aldo Bertazzoli (DipSA, Università di Bologna).
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Fonte: Crpv