È il risultato di un’indagine svolta da Gabriele Micozzi, docente di marketing del Dipartimento di Management dell’Università Politecnica delle Marche che per conto dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) ha messo assieme anche quest’anno i risultati delle principali guide enologiche del Paese.
La ricerca, presentata ieri a Roma, vede il vino principe marchigiano aggiudicarsi complessivamente 61 riconoscimenti dalle 8 guide monitorate (Vini d’Italia del Gambero Rosso, Bibenda, I Vini d’Italia de L’Espresso, I vini di Veronelli, Slow Wine, Vinibuoni d’Italia, oltre alle new entry Guida essenziale ai vini d’Italia e Vitae), seguito da lontano dal Fiano (35), ora tallonato dal Friulano che ha scavalcato Sauvignon (29) e Soave (28). Al settimo posto resiste il Pinot Bianco (27) mentre avanza di sette posizioni il Collio (22), a pari merito con il Vermentino e con tre lunghezze di vantaggio con l’’emergente’ Trebbiamo d’Abruzzo.
Una ‘Top ten’ sui bianchi fermi italiani che vede i vitigni autoctoni aggiudicarsi la tripletta di medaglie ed erodere sempre più riconoscimenti ai classici internazionali. Oltre alla conferma del Verdicchio, eccellente la performance della compagine friulana, che registra il salto di qualità più rilevante.
Credibilità guide: si conferma Gambero rosso, sorprese sul podio
Nella seconda parte dell’indagine, Micozzi ha intervistato un campione rappresentativo della popolazione italiana per indagare su quale fosse la guida enologica considerata più attendibile tra le principali 8 prese in esame. Anche per il 2015 la guida cult per l’enoappassionato si conferma quella del Gambero Rosso (0,90 il punteggio). Passaggio di consegne in seconda posizione, con i 5 grappoli di Bibenda (0,72) che supera la storica e ancora molto apprezzata guida Veronelli (0,66), ormai incalzata da I Vini d’Italia de l’Espresso (0,63) e Slow wine di Slow Food (0,60). Seguono, Vitae-Ais e Doctor Wine, che evidentemente scontano il fatto di essere alla loro prima edizione.
“L’excursus sulla credibilità delle guide tra i suoi lettori sfata un luogo comune, ovvero che questi prodotti editoriali non siano più così seguiti come un tempo - commenta Micozzi - È vero il contrario: complessivamente il giudizio sulla credibilità è cresciuto, specie nelle prime posizioni e quindi tra le guide più lette”.
Il momento d'oro del Verdicchio è confermato anche dall'Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), che in occasione della presentazione della ricerca ieri a Roma ha annunciato la partnership con l’oro olimpico nel fioretto Elisa Di Francisca, che sarà ambasciatrice del Verdicchio nel mondo alla vigilia di Rio 2016.
“Abbiamo la fortuna di poter lavorare su due prodotti, il Verdicchio di Matelica e quello dei Castelli di Jesi che migliorano anno dopo anno – ha detto il direttore dell’Imt (il consorzio che con 800 aziende e 16 denominazioni, rappresenta il 90% dell’export enologico delle Marche), Alberto Mazzoni -. Cresciamo in qualità, con un terzo delle aziende premiate che producono oltre 5mila bottiglie. Ma anche in valore e nella quota export: oggi quest’ultima è al 50% ma il nostro obiettivo, anche grazie agli investimenti in Ocm Promozione e Psr Marche è di arrivare a esportare il 60% del nostro prodotto entro il 2016”.
Bene anche il Verdicchio spumante, che segna una crescita del fatturato dell’8% e aggiunge 1,29 mln di euro ai 36,5mln contabilizzati dal prodotto fermo. Complessivamente il Verdicchio rappresenta quasi il 40% sul totale fatturato da bottiglie Dop e Igp nelle Marche.
Fuori dall’Europa, l’anima dell’export si conferma a stelle e strisce. Tra i mercati di riferimento si collocano infatti gli Stati Uniti (che assorbono circa il 60% dell’export), seguiti da Canada, Giappone e Cina.
“Con la prossima programmazione dell’Ocm Promozione – ha aggiunto Mazzoni –, che per noi vale 2,8 milioni di euro, punteremo oltre che sui mercati di sbocco anche verso Sud-Est asiatico, Giappone e Centro-Sud America. Mentre sarà importante la partecipazione che stiamo organizzando grazie alla Regione Marche al padiglione vino dell’Expo milanese”.
In Europa il Verdicchio vola in Germania, in Svizzera ma anche al Nord, in particolare in Belgio, Olanda, Svezia e Inghilterra. Mentre fatica ancora a penetrare nel mercato della Federazione Russa.
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