L’agricoltura resta l’unico settore produttivo a registrare un incremento del valore aggiunto nel primo trimestre dell’anno, segnando +2,2 per cento in termini congiunturali e +0,2 a livello tendenziale, e contribuisce così a contenere il calo del Pil in Italia su cui pesa soprattutto il trend negativo di industria e costruzioni. Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori a commento dei dati Istat diffusi oggi.

E’ una nuova conferma della vitalità e della tempra delle imprese agricole che, pur in presenza di numerosi ostacoli economici, dal ‘credit crunch’ alla burocrazia elefantiaca, continuano a tirare avanti - osserva il presidente Dino Scanavino - assicurando produttività e lavoro in controtendenza rispetto all’andamento generale”.  

Il segno positivo, tuttavia, non basta a risolvere tutti i problemi del comparto: la situazione delle aziende resta difficile - continua Scanavino - anche per colpa della persistente stagnazione dei consumi domestici, prima di tutto quelli alimentari. La spesa per il cibo ha perso il 2,3 per cento nei primi mesi del 2014 ed è crollata del 12 per cento rispetto ai livelli pre-crisi (dai 129 miliardi del 2007 ai 114 miliardi del 2013) e oggi un italiano su due continua a comprare solo l’essenziale”.

Per questo motivo “chiediamo al governo da un lato di accelerare sulle misure a sostegno dei redditi delle famiglie, non fermandosi al bonus Irpef di 80 euro -sottolinea il presidente della Cia - e, dall’altro lato, di investire sul serio sull’agricoltura, che rappresenta un volano importante per la ripresa del Paese, soprattutto a meno di un anno da Expo 2015, che racconterà l’Italia attraverso il cibo, nelle sue varie accezioni (sicurezza alimentare, qualità e tradizione agricola, innovazione e biodiversità), diventando un fattore ulteriore di accelerazione economica per l’Italia e le sue imprese”.