Spiega Paolo Tegoni: "Oggi, 9 maggio, e venerdì 16 maggio, sono in programma due lezioni dedicate al terroir, alle varie tipologie di vini e ai diversi metodi di vinificazione. Ritengo fondamentale che alla storia della figura del gastronomo, alla propedeutica e alla teoria, si affianchi l’esperienza pratica della degustazione. È una componente imprescindibile dato l’argomento del modulo e dato l’obiettivo: fornire agli studenti gli strumenti necessari per approcciare l’assaggio in maniera consapevole. Questa consapevolezza può nascere solo dalla conoscenza che esiste un legame strettissimo fra il territorio e il prodotto finito, un filo rosso che unisce la terra, la tradizione produttiva artigiana e il gusto italiano. Vorrei riuscire a sviluppare nei miei studenti il rispetto per le nostre tipicità nazionali e la sensibilità che permetta loro di cogliere in ognuna di esse il terroir che le ha generate".
"La collaborazione con Fivi è sorta quale naturale conseguenza di questi obiettivi - continua Tegoni - e ha avuto l’approvazione e il sostegno del professor Andrea Fabbri, presidente del Corso di laurea. I vignaioli sono la figura fondamentale del mondo del vino, sono uomini e donne che custodiscono e promuovono i loro territori, li conoscono palmo a palmo, li lavorano seguendo l’intera filiera dalla vigna, alla cantina, fino alla vendita dei loro vini. Tutto questo impegno accresce il valore delle aree vitivinicole e diffonde il loro nome nel mondo insieme alle bottiglie".
L’Università degli Studi di Parma consente inoltre di completare la formazione offerta dal Corso di laurea triennale in Scienze gastronomiche con il master di I livello in “Cultura, organizzazione e marketing dell’enogastronomia territoriale” – Comet, nell’ambito del quale gli studenti, molti dei quali provenienti da altri nazioni e continenti, possono seguire uno specifico modulo dedicato alla “Tipicità dei vini”, sempre tenuto dal professor Tegoni.
Matilde Poggi, presidente Fivi, è soddisfatta per questa collaborazione impostata su concetti condivisi quali l’importanza di investire nella formazione delle giovani generazioni, sia per far comprendere la figura e il ruolo del vignaiolo, sia per riavvicinare i giovani ad un consumo del vino che sia consapevole.
© AgroNotizie - riproduzione riservata