Sboccia in anticipo la primavera, dopo un gennaio che ha fatto segnare il record delle piogge, con la provincia di Piacenza che ha registrato la precipitazione cumulata massima in pianura in tutta l’Emilia Romagna, causando non pochi problemi sia all’agricoltura, che si è trovata a fare i conti con i terreni fradici, ma anche al territorio, dilaniato dal dissesto idrogeologico, un problema che riguarda l’intero Paese con l’82% dei comuni a rischio.

Ora la primavera sembra essere arrivata con ampio anticipo, infatti già a gennaio - secondo una stima di Coldiretti sui dati forniti dal Consorzio di bonifica di Piacenza relativi ai valori registrati sulle due dighe della provincia - la temperatura media ha fatto segnare un valore superiore rispetto a quelle degli ultimi 6 anni di 2-5 gradi centigradi e a febbraio le temperature anomale registrate hanno una media mensile superiore anche di 5 gradi rispetto ad alcune medie registrate negli ultimi 6 anni.

Siamo di fronte - afferma Luigi Bisi, presidente di Coldiretti Piacenza -, agli effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano sempre di più con sfasamenti stagionali che accelerano lo sviluppo fenologico di molte colture: dai casi di germogliamento precoce e loro conseguente sensibilità ai possibili ritorni di freddo e alle gelate primaverili fino al processo di fioritura di molte varietà di piante come i mandorli, gli albicocchi e alcune varietà di peschi che sono già molto avanti rispetto al normale. Il rischio associato a questo anticipo di primavera è alto: alla prima gelata potremmo perdere il prodotto”.