Il carrello della spesa ricomincia a correre: mentre il tasso d’inflazione si stabilizza all’1,2 per cento, il paniere dei prezzi dei prodotti più acquistati dalle famiglie sale fino a raggiungere l’1,7 per cento.
Pesano i rincari degli alimentari freschi, che pagano ancora la lunga ondata di maltempo fuori stagione che ha spinto in alto le quotazioni al dettaglio di frutta (+6,9 per cento) e verdura (+11,1 per cento). Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi dall’Istat sui prezzi al consumo.

Ma in un contesto recessivo già segnato dal crollo storico della spesa alimentare (-3,4 per cento nei primi quattro mesi del 2013), la risposta dei consumatori all’aumento dei listini è quella di ridurre ancora di più quantità e qualità dei cibi acquistati. "Oggi due famiglie su tre “tagliano” i volumi di spesa - avverte la Cia - ma soprattutto ben 6,5 milioni di famiglie si orientano esclusivamente verso i discount, che diventano l’unica alternativa praticabile per resistere alla crisi".

La conseguenza è che le vendite alimentari calano nei piccoli negozi (-4,4 per cento) e in tutta la Gdo (-1,2 per cento), tranne che nei discount (+1,3 per cento). Ma soprattutto se alimenti base come la pasta crollano in valore (-9,2 per cento) e in quantità (-1,2 per cento) nei canali classici, nelle cattedrali del low-cost gli acquisti di penne e spaghetti crescono invece del 9 per cento.
Lo stesso vale per l’ortofrutta: se nei primi mesi dell’anno frutta e agrumi perdono il 4,2 per cento e gli ortaggi l’1,5 per cento, gli stessi prodotti nei discount “vanno a ruba”: solo a maggio, secondo elaborazioni dell’osservatorio Macfrut, gli acquisti di frutta fresca nei discount realizzano un +16,3 per cento in quantità e un +13,8 per cento in valore. Anche sul fronte della verdura fresca la spesa al discount aumenta del 12,1 per cento in quantità e del 15 per cento in valore.