La crisi aguzza l’ingegno: e così dai Gas - Gruppi di acquisto solidali , concepiti per il risparmio delle famiglie nell’acquisto della spesa settimanale, si è passati qualche anno fa, ai Gat - Gruppi acquisto terreni. Un’esperienza imprenditoriale che vale la pena di esser raccontata come esempio di risposta organizzata alla congiuntura economica negativa.

L’idea dei Gat. nasce qualche anno fa dalla mente di un gruppo di professionisti del Nord Italia, per rispondere al difficile accesso alla terra, soprattutto da parte dei giovani: oggi  questi gruppi si contano ancora sulla punta delle dita, ma di fondo hanno delle idee imprenditoriali interessanti, che fanno ben sperare per  il futuro.

La formula è semplice: il Gat nasce con l’intento di mettere insieme, attraverso l’acquisto di quote di una Società agricola a responsabilità limitata, agricoltori e in genere persone che hanno voglia o necessità di investire sulla terra. Fatte 100 le quote (di circa 11.000 euro l’una), al massimo se ne possono acquisire 4. In questo modo anche agricoltori che non hanno la possibilità di accedere all’acquisto del bene terra per ragioni economiche, possono trovare un appoggio in persone provenienti da altri settori.
E’ chiaro che a lavorare direttamente sul fondo saranno di base gli agricoltori, che hanno la competenza per farlo. A partire dal quarto anno, c’è sostanzialmente una redistribuzione degli utili, sicuramente vantaggiosa: la distribuzione degli utili nel Gat sarà sempre assoggettata ad imposta sostitutiva del 12,50% a titolo definitivo. In parole povere, se ogni socio riceve 1.000 euro di utili, 125 euro è l’imposta sostitutiva che verrà trattenuta e versata dalla società. In conclusione, quindi, il socio riceverà 875 euro netti per ogni 1000 euro di utile, e non sarà obbligato a presentare alcunchè nella dichiarazione.

A fare da collante, una filosofia di base figlia della sensibilità che il consumatore sta mostrando nei confronti dell’acquisto diretto (la “matrice” dell’idea viene infatti mutuata dall’esperienza dei gruppi di acquisto solidale) e del biologico, altra caratteristica fondante di chi fa parte del Gat.  Insomma, una “alleanza” fra agricoltori e cittadini.

Può essere in prospettiva una delle soluzioni per giovani agricoltori che, come è noto, hanno fra i problemi principali quello dell’accesso alla terra. E uno di questi l’abbiamo incontrato: Emanuele Carissimi, del Gat di Scansano, in provincia di Grosseto. Per dare un’idea numerica, il Gat di Scansano, il più avviato, ha circa 60 ha collinari (acquisiti con un investimento di 1.150.000 euro, compresa la ristrutturazione degli edifici rutali), fra arboricoltura,  olivi, orti e piante medicinali, seminativo e frutteti, oltre a un agriturismo e un sentiero didattico.
“A lavorare qui siamo tre coppie di giovani - spiega Carissimi -. Non avremmo mai potuto acquistare tanto terreno, e questa formula ci è piaciuta subito: basti pensare che noi abbiamo acquistato una quota per coppia. E siamo qui a lavorare, a fare il lavoro che abbiamo sempre sognato. E’ chiaro che lo stipendio per noi che lavoriamo qui è molto basso, ma obiettivamente anche le spese generali sono completamente ammortizzate: casa, energia, alimentazione fra tutte. Gli utili che riusciremo a creare li ridistribuiremo fra i soci, noi compresi quindi".
Ma non c'è solo la molla economica, che resta comunque il motore dell'iniziativa. "Crediamo anche - continua - nella grande utilità socio-ambientale del biologico, e sperimentiamo con successo tecniche come quella della permacoltura, che sfrutta l’autofertilità del terreno”.
Fatti i primi passi, ora  è già in cantiere un'altra iniziativa per ampliare il perimetro dell'attività.
"Al nostro Gat Le Piane - racconta Emanuele - vogliamo affiancarne altri due, in fase di costituzione:  il Gat Le Ginestre e il Gat Selvapiana, in tutto altri 50-55 ha. Insieme, daremo vita ad un progetto di ottimizzazione della forza lavoro e del parco macchine: un escavatore cingolato, su questi terreni, ci sarebbe molto utile, ma non possiamo acquistarlo da soli. Così, invece, ce la faremo. Del resto è evidente come un grande numero di macchine agricole  possa essere condiviso, non essendo utilizzate con continuità nella propria azienda”.
Il nuovo progetto sta partendo proprio ora, ed è aperto naturalmente ai potenziali investitori. Per informazioni si può visitare il sito del GAT di Scansano, www.gatscansano.it, o la loro pagina Facebook.

Andrea Festuccia