L’Italia è ricoperta di alberi per più di un terzo: circa 11 milioni di ettari, il 36,2% del totale. Ma nonostante l’invidiabile ricchezza boschiva della Penisola, in costante aumento da più di mezzo secolo, solo una porzione minimale di questo è gestita in modo efficiente.
Basti pensare che se l’81% di boschi italiani è disponibile al prelievo di legna, per una produzione annua fino a 37 milioni di metri cubi, oggi se ne sfrutta adeguatamente solo il 2%, ricavando un totale di 7-8 milioni di metri cubi nei dodici mesi: appena il 20% dell’incremento legnoso annuo, contro il 65% della media europea.
Dal benessere di un bosco dipende anche l’equilibrio idrogeologico del suolo e la stabilità dei versanti su cui poggia. E un monitoraggio efficace permette anche di prevenire, almeno in parte, tutti quei fattori che ne minacciano l’esistenza. Primi fra tutti gli incendi, che solo nel 2012 da gennaio a settembre hanno generato un “bollettino” di danni pesantissimo: 97 mila gli ettari di superficie bruciata, di cui 46 mila ricoperta da boschi, con un incremento record del 130% rispetto all’anno scorso.
Il bosco è anche uno degli elementi fondamentali del paesaggio. E come tale costituisce un potenziale economico straordinario, anche dal punto di vista turistico e culturale.
"Per questo - conclude la Cia - è sempre più indispensabile programmare una gestione attiva del patrimonio forestale nazionale, che dia al settore agro-forestale gli strumenti idonei per assicurare la tutela dei boschi, in un adeguato equilibrio tra conservazione e utilizzo".
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