Oggi la cooperativa Agrintesa riveste un ruolo primario sul mercato agroalimentare italiano e mondiale, grazie ad una produzione annua di 250 mila tonnellate di ortofrutta (a cui si aggiungono 140 mila tonnellate di uva da vino), oltre 6.400 aziende agricole, 209 dipendenti e 1.800 stagionali. Con un volume d’affari di oltre 250 milioni di euro.
E’ aderente ad Apo Conerpo e a Confcooperative.
Abbiamo chiesto al neodirettore di approfondire alcuni temi riguardanti gli obiettivi del gruppo faentino, oltre ad una riflessione sull’ortofrutticoltura italiana.
Quali sono gli obiettivi del suo mandato?
“Agrintesa è un’azienda strutturata e solida che rappresenta un sistema completo: dalla produzione sino alla commercializzazione. Partendo da questo presupposto, sono sicuro che potremmo affrontare in modo positivo il mercato presente e futuro, prossimo a cambiamenti importanti.
Il mio obbiettivo principale è supportare il lavoro quotidiano dei nostri soci nelle loro aziende agricole e sostenerli negli investimenti.
Tale supporto deve avvenire principalmente, ma non solo, cercando di elevare il reddito distribuito sui loro prodotti, cosciente del fatto che negli ultimi anni molto spesso non si sono coperti i costi di produzione. Per far questo, non solo sarà necessario lavorare su rinnovo varietale, assistenza tecnica, miglioramento delle tecniche produttive, ma anche all’interno dell’azienda per completare il piano industriale avviato due anni fa da Agrintesa, mirando ad una sempre maggiore riduzione dei costi accompagnata da un continuo miglioramento dell’efficienza gestionale. In ultimo, ma non di minore importanza, si dovrà cercare di perseguire sempre di più la valorizzazione delle nostre produzioni, attraverso la loro segmentazione sui migliori canali commerciali ed attraverso una politica di marca e qualificazione che miri al riconoscimento da parte del mercato dei valori commerciali che l’ortofrutta ed i vini di Agrintesa hanno rappresentato e che rappresentano”.
Per la campagna frutticola 2012 le previsioni davano quantità in calo, ma di buona qualità.
Qual è la situazione, a raccolta conclusa, per il periodo 2012/2013?
“Sicuramente è stata una campagna molto eterogenea, sia dal punto di vista produttivo che commerciale. Sulle produzioni estive i quantitativi conferiti sono stati quasi sempre in linea con le stime.
Va ricordato che il clima torrido dei mesi estivi ha da una parte aiutato la qualità organolettica, ma dall’altra ha messo in difficoltà le aziende dei nostri soci ed ha diminuito le pezzature medie dei frutti.
Il mercato sino a settembre ha avuto consumi costanti che hanno permesso un buon collocamento delle produzioni, anche se su pesche e nettarine non siamo riusciti a raggiungere i prezzi che avremmo voluto e che avrebbero dato soddisfazione ai produttori.
Buono l’andamento per le ciliegie, discreto quello per albicocche e susine dove le quantità prodotte a livello europeo erano importanti.
Sulle produzioni autunno-invernali invece la situazione è stata molto diversa, dal momento che le quantità sono state molto inferiori alle medie degli anni precedenti: pere -30/35%, mele -15/20% kiwi -25%, cachi -20%.
Sottolineo però che se per cachi, pere e mele i risultati sono in linea con le aspettative e quindi soddisfacenti, per il kiwi invece il mercato non ha permesso al momento di realizzare i prezzi che avevamo previsto causa offerta molto frammentata e superiore alla domanda (la campagna però è ancora molto lunga). Va segnalato che negli ultimi mesi accanto alla significativa diminuzione delle produzioni abbiamo avuto una contrazione dei consumi, che ha portato ad un mercato meno recettivo. Buono l’andamento del settore cantina su cui abbiamo avuto conferimenti di uva in linea con l’anno passato, e quindi inferiori alle annate di piena produzione, con un trend di miglioramento sull’annata scorsa per la commercializzazione del vino”.
Quali sono le sfide che Agrintesa dovrà affrontare nel 2013?
“Sicuramente quella di far recuperare reddito ai nostri soci. Inoltre, dobbiamo trasmettere sempre di più alla nostra base sociale e all’esterno la filosofia ed i valori della cooperazione e dell’aggregazione, che sono stati sempre basilari per noi.
Il mercato sarà sicuramente un’altra sfida importante in quanto lo scenario complessivo è molto difficile e sicuramente non positivo. La frammentazione con cui la produzione si presenta sul mercato è il problema più grave con cui dobbiamo fare i conti tutti i giorni.
Continueremo il percorso della diversificazione, dell’esportazione e della qualificazione. Importante sarà il contenimento dei costi a livello generale, anche se per voci come energia elettrica, trasporti, materiali di confezionamento, in questi ultimi anni abbiamo registrato aumenti significativi che hanno inciso in maniera pesante: su queste il nostro intervento diretto può essere poco incisivo.
E' necessario seguire i cambiamenti degli scenari produttivi e di consumo per strutturarci al meglio, in previsione 2013 ma anche per gli anni futuri. Siamo consapevoli della situazione attuale ma anche di ciò che rappresentiamo e vorremmo continuare ad avere un importante ruolo nell’ortofrutta e nel mercato vitivinicolo, in Italia e nel mondo".