"Continuano a essere disattesi gli obblighi derivanti dal recente accordo Ue-Marocco, che prevede l'applicazione di dazi maggiorati a fronte di cali significativi del prezzo del prodotto sui mercati europei. Le conseguenze sono disastrose: i nostri produttori si vedono chiudere tutti i canali commerciali tradizionali, compresa la Gdo italiana ed europea che preferisce approvvigionarsi in Germania o Francia a prezzi “stracciati”".
E’ ciò che sostiene la Cia, Confederazione italiana agricoltori preoccupata per i produttori ortofrutticoli europei, ma soprattutto italiani, in seguito all'ingresso massiccio e indiscriminato di pomodori dal Marocco, che vengono “sdoganati” in Spagna, ma soprattutto in Francia, senza reali controlli sul pagamento dei dazi e sulle caratteristiche fito-sanitarie dei prodotti.
La Cia sottolinea che "il perdurare del fenomeno deve essere oggetto di grande attenzione della Commissione europea". La delega totale agli Stati membri per i controlli doganali, ha aggiunto la Confederazione, attraverso i loro uffici alle frontiere "ha dimostrato in passato l'insufficienza di questa procedura". Secondo la Cia è necessario mettere a punto un sistema europeo di monitoraggio ed effettivo controllo alle dogane, gestito direttamente dall’Esecutivo comunitario, in modo da integrare concretamente l'attività degli uffici doganali degli Stati membri.
"L’Esecutivo di Bruxelles -ribadisce la Cia- deve prendere atto dell'ingovernabilità di questi fenomeni di import senza regole, che danneggiano i produttori europei, già penalizzati dalle crisi di mercato.Tutta la filiera ortofrutticola europea attende una risposta concreta della Commissione alle richieste avanzate in sede di riforma della Pac relative a più efficaci strumenti di garanzia del reddito per i produttori".
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