Dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo, dal web 2.0 al Km zero: questa la premessa del convegno "Gastronomia 2.0." tenutosi il 27 ottobre al Salone del gusto di Torino, dove si è parlato dei nuovi orizzonti comunicativi che il web può offrire a produttori agricoli e consumatori.

Accanto a blogger, giornalisti ed esperti di comunicazione, Ismea ha presentato il sito di Ve.Di, dedicato alla vendita diretta in agricoltura.

 

"Il sito Ve.Di - ha dichiarato Fabio Del Bravo, responsabile dell'Area mercati Ismea - prende le mosse dalla necessità di fornire agli agricoltori intenzionati ad avviare un canale di vendita diretta, strumenti operativi per orientare le loro scelte imprenditoriali. Porsi direttamente in relazione con il mercato finale implica infatti competenze che fino a ieri non erano richieste all'agricoltore come il marketing, la pianificazione aziendale, l'utilizzo di internet e dei social media a scopi comunicativi e commerciali, la contrattualistica etc. Il sito Ve.Di propone appunto, sfruttando le opportunità multimediali del web, percorsi formativi guidati su queste e altre tematiche per fornire supporto alle iniziative di vendita diretta in agricoltura".

 

"La nostra sfida nel prossimo futuro - ha aggiunto Del Bravo - è quella di innestare all'interno del sito un social network dedicato, che faccia dialogare due mondi: quello dei piccoli produttori agricoli e quello della ristorazione di alta qualità, da sempre interprete e baluardo dei valori del territorio, ma poco incline a ricorrere all'approvvigionamento diretto presso le aziende agricole".

 

A questo proposito un'indagine del 2011 condotta da Ismea e Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) su un campione di 4.465 ristoranti "stellati" indica infatti che solo un 10% dei prodotti alimentari è acquistato direttamente dal produttore agricolo; quota che sale al 13% tra i punti di ristoro appartenenti alla fascia di prezzo 50-75 euro ma che scende al 5% tra quelli "top price".

 

"Eppure" ha sottolineato Del Bravo "si stima che ciascun ristorante abbia speso nel 2011 mediamente 150 mila euro per l'approvvigionamento di prodotti alimentari, un totale quindi di 700 milioni di euro all'anno, quasi il 3% del Pil agricolo del 2011, tanto per avere un ordine di grandezza".

 

Di tutt'altro tenore i dati sulle aziende agricole che hanno puntato sulla vendita diretta per integrare il loro reddito. Analizzando i numeri dell'ultimo censimento Istat si può osservare un "mondo" costituito da 270.000 aziende che rappresentano il 17% del totale delle aziende agricole censite (1.621.000 circa) ma il 26% del milione e 37 mila aziende agricole che, in una qualche forma, vendono il loro prodotti. Dati che indicano la presenza di margini di crescita per l'approvvigionamento diretto nel mondo della ristorazione.