"Dopo mesi di lavoro la Commissione ha partorito un topolino". E' netto il commento di Ambrogio de Ponti, presidente di Unaproain merito all’approvazione del regolamento che modifica le procedure relative ai ritiri dal mercato dei prodotti ortofrutticoli, avvenuta ieri nel corso del Comitato di gestione a Bruxelles.

Il testo stilato dal commissario europeo Dacian Ciolos rivede al rialzo i prezzi di ritiro dal mercato di alcuni ortofrutticoli e recepisce alcuni miglioramenti richiesti dal ministro Mario Catania.
La misura entrerà in vigore dal primo luglio e vedrà un aumento minimo del 20% dei prezzi medi per sei prodotti (nettarine e pesche escluse) e del 30% per undici prodotti ortofrutticoli.


"Faccio fatica a individuare in questo provvedimento effetti rilevanti per la prevenzione e gestione delle crisi - continua il numero uno di Unaproa-. Alcuni prezzi di ritiro sono stati ritoccati in alto in modo importante come nel caso dei meloni, delle melanzane e dell’uva da tavola, mentre altri sono rimasti inalterati come per pesche e nettarine".

Secondo la Commissione è opportuno fissare degli importi per evitare che i ritiri diventino uno sbocco alternativo permanente per i prodotti rispetto alla loro immissione sul mercato e garantire, allo stesso tempo, che i ritiri rimangano uno strumento efficace per la prevenzione e gestione delle crisi.

"Per garantire tutto questo - prosegue De Ponti - l’unico modo è ancorare i prezzi di ritiro ai costi di produzione, ma purtroppo non è ancora così. Ci preoccupa soprattutto il fatto che la Commissione non intenderebbe più riconoscere il sostegno alle azioni ambientali connesse alla gestione degli imballaggi, attraverso i programmi operativi a causa delle incertezze circa i benefici ambientali netti che ne derivano. E' un'interpretazione opinabile, ma non possono essere le 'incertezze' a governare le scelte! Ritengo per questo legittimo fare chiarezza, ma lascerei la decisione agli Stati membri. Il problema vero è che mentre si discute sui regolamenti si riduce progressivamente la possibilità di spesa da parte delle Op: per colpa della Commissione, o per le prese di posizione delle amministrazioni regionali, per la demarcazione con il Psr, o per le interpretazioni degli Organismi di controllo. Non possiamo più continuare così. Tutti dobbiamo contribuire a far sì che le risorse a disposizione possano essere utilizzate per uno sviluppo sostenibile di tutto il sistema, nell’interesse di produttori e consumatori".