I dottori agronomi e dottori forestali lombardi esprimono preoccupazione per il futuro dell'agricoltura della regione: è quanto emerge da un'analisi condotta dalla federazione di categoria, Fodaf Lombardia, osservando i dati sull'andamento del settore nel 2011 diffusi a più riprese da Unioncamere Lombardia.

"Non siamo a livello di allarme rosso – precisa Giorgio Buizza, presidente di Fodaf -. Tuttavia è evidente che molte incognite gravano attualmente sul futuro della nostra agricoltura. Come confermato dalla Regione Lombardia, lo scorso anno si è chiuso con un generale rallentamento della capacità propulsiva del settore. In particolare, nell'ultimo trimestre del 2011 si è notata una contrazione della domanda in alcuni mercati agroalimentari significativi per la nostra agricoltura, ad esempio nel comparto del vino, accompagnata da un generale aumento dei costi di produzione a carico della quasi totalità delle imprese agricole lombarde".

Il fenomeno dell'incremento del costo dei fattori di produzione è continuato nei primi mesi del 2012 a seguito del generale inasprimento della crisi economica. "Di particolare impatto su tutti i comparti, a partire da quello dei seminativi – sottolinea Buizza – è stato l'aumento del costo del gasolio agricolo, che in meno di un biennio ha fatto registrare quasi un +40%. A fasi alterne, anche i concimi hanno subito significativi incrementi di prezzo. Pesa infine sulle aziende agricole la crescente difficoltà di accesso al credito che affligge i vari settori dell'economia".

Per Fodaf l'agricoltura lombarda, benché ancora basata su un certo numero di aziende efficienti e pronte a reagire, difficilmente potrà far fronte alla generalizzata situazione di crisi senza una particolare attenzione da parte delle istituzioni.

"Tra le sfide che attendono il settore primario nei prossimi due anni – conclude Buizza – vi sarà poi quella dell'impatto della nuova Politica agricola comune attualmente in discussione a Bruxelles. L'auspicio è che la Regione e il governo riescano perlomeno ad ottenere dall'Ue alcuni correttivi a meccanismi quale quello del greening, misure ambientali alquanto discutibili che potrebbero frenare ulteriormente i progetti di sviluppo delle imprese agricole lombarde".