Il maltempo flagella l'agricoltura. Dopo gli effetti disastrosi provocati dal blocco dei tir, sul comparto si è ora abbattuta un'ondata di neve e freddo come non accadeva da decenni.
Per fronteggiare l'emergenza, il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha convocato per oggi una seduta straordinaria della conferenza e, alle 12, si terrà a Palazzo Chigi un incontro tra Governo, Regioni e Comuni. E, mentre l'allerta meteo resta alta in molte zone del Paese, il settore fa la prima conta dei danni.

La Cia - Confederazione italiana agricoltori stima perdite per oltre 500 milioni di euro per l’agroalimentare (dal campo ai trasporti, al dettaglio), che rischiano di crescere ulteriormente viste le pessime previsioni del tempo dei prossimi giorni.
Solo per il settore dell’agricoltura le conseguenze delle abbondanti nevicate e del gelo polare sono drammatiche. Un “colpo” da 250 milioni di euro, tra coltivazioni distrutte e merce deperibile non trasportata, aziende e strutture (serre, cascine, magazzini, stalle, macchinari) danneggiate, animali morti, terreni e strade di campagna devastati.
La Cia, che ha rinnovato l’invito per l’immediata dichiarazione dello stato di calamità naturale per le zone colpite, fa sapere che a causa dell’ancora difficile circolazione su strade e autostrade, si registra una diminuzione tra il 30 e il 40 per cento delle consegne dei prodotti deperibili (verdure, ortaggi, frutta, latte, uova e carne) dalle imprese agricole ai mercati all’ingrosso e, con il peggiorare della situazione meteorologica, si preannuncia un ulteriore drastico taglio. Secondo un primo monitoraggio, sono più di 50 mila le aziende agricole che hanno subito danni, mentre oltre 5 mila ancora non riescono a svolgere la regolare attività.

Confagricoltura stima perdite - ancora provvisorie - tra i 400 e i 500 milioni di euro tra danni diretti e indiretti e aumento dei costi. "Dopo una settimana di freddo con punte a -24° in zone coltivate, l'agricoltura subisce ancora gravissime conseguenze dal maltempo. In una notte vengono persi circa 20 milioni di euro" ha fatto sapere. Si teme per frutteti, oliveti e vigneti che, nelle aree dove le temperature stanno scendendo a quote mai raggiunte, "rischiano di essere perdute". Lo spettro che si aggira sull'Italia è quello della grande nevicata del 1985, da cui l'agricoltura impiegò anni per riprendersi.

 

Stato di calamità

Si moltiplicano in queste ore le richieste dello stato di calamità: dalla Cia Emilia Romagna al Piemonte alle Marche.
L'assessore regionale all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, Tiberio Rabboni, chiede anche l'attivazione del Fondo di solidatierà nazionale. "Stiamo verificando l'effettiva situazione della campagna assicurativa perché se risultasse non avviata, anche gli eventuali danni alle colture dovranno essere compensati dal Fondo", ha detto Rabboni. 

 

Difficoltà negli approvvigionamenti

Scaffali vuoti, corsie desolate, cassette di frutta ribaltate e abbandonate sotto le scintillanti luci artificiali: questo lo spettacolo che in questi giorni si è presentato davanti agli occhi dei clienti in molte zone d'Italia.

Gdo e mercati, già duramente colpiti dallo sciopero dei tir, soffrono per la mancata consegna delle merci come latte, carne, uova, frutta e verdura. Secondo Coldiretti è praticamente impossibile la raccolta dei pochi cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli che si sono salvati dal gelo, ma il vero problema è il caos nei trasporti, che ha reso impossibile la distribuzione dei prodotti alimentari, anche quelli già raccolti come le mele e pere, ai magazzini e quindi ai punti di vendita.

 

Allarme speculazioni

E per chi riesce a mettere le mani su frutta e verdura fresca, la sorpresa può essere amara: è infatti già partita la sfrenata corsa speculativa sui prezzi dei prodotti freschi, che in pochi giorni hanno fatto registrare aumenti anche superiori al 100%. 

"Dal campo alla tavola i listini hanno subito rincari di dieci volte" denuncia la Cia, sollecitando un intervento delle autorità per stroncare qualsiasi rincaro ingiustificato, anche perché le quotazione sui campi non hanno subito alcun aumento negli ultimi due mesi. "Il caso delle zucchine, arrivate anche a 8 euro al chilo, è emblematico. Stesso discorso per le insalate e le melanzane. Addirittura su alcuni banchi i carciofi vengono venduti a 1,50 euro al pezzo" riporta l'organizzazione.

 

Uniti contro la neve

All'appello nazionale del presidente di Coldiretti, Sergio Marini, gli associati hanno risposto con diecimila trattori per ripristinare la circolazione. Su tutto il territorio, insieme all'esercito, si sono messi in moto trattori utilizzati come spalaneve e spandiconcime adattati per la distribuzione del sale su decine di migliaia di chilometri di strade nelle campagne e nei centri urbani, grazie alle tante aziende agricole situate nelle periferie delle città. Sono stati allertati i vivaisti per collaborare alla messa in sicurezza degli alberi che sotto il peso della neve crollano sulle strade. "La presenza diffusa degli agricoltori sul territorio - continua la Coldiretti - assicura un intervento capillare anche nelle aree critiche del Paese e scongiura il rischio di isolamento delle abitazioni soprattutto nelle zone più impervie, interne e montane".

 

Unimpresa: ripensare il sistema assicurativo attuale

Nel richiedere l'immediata dichiarazione dello stato di calamità per le zone colpite, alle grandi organizzazioni agricole si unisce Unimpresa. "E' assolutamente necessario dichiarare lo stato di calamità per i centri agricoli colpiti e attivare rapidamente interventi di sostegno di tipo straordinario - dichiara Unimpresa in un comunicato diffuso il 7 febbraio -. Lo strumento della gestione delle calamità naturali attraverso il ricorso alle assicurazioni agevolate non è più adatto. Occorre avere il coraggio di dire che questo sistema avvantaggia soltanto le lobbies delle assicurazioni ed aiuta pochissimo le imprese agricole. Occorre un profondo ripensamento del sistema"

 

Trattori Coldiretti all'opera (Foto Coldiretti)