Due decreti per l'erogazione degli aiuti diretti ai produttori di pere, pesche, pomodori e prugne d'Ente. Li ha firmati il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, "per dare respiro e sostegno ai nostri agricoltori".

I provvedimenti fissano l'importo definitivo degli aiuti comunitari per ettaro per pere, pesche, pomodori e prugne d'Ente destinati alla trasformazione per l'anno 2010.

Gli importi definitivi degli aiuti per ettaro sono fissati rispettivamente in 3.658,8255 euro/ha per le pere, in 2.373,9435 euro/ha per le pesche, in 1.182,1534 euro/ha per i pomodori e in 2.956,7577 euro/ha per le prugne d'Ente. Gli aiuti saranno erogati direttamente dagli organismi pagatori ai beneficiari.

I due decreti sono stati trasmessi alla Corte dei conti per la registrazione e saranno pubblicati sulla Gazzetta ufficiale.

 

Misure per salvare pesche e nettarine

Intanto, dall'Emilia Romagna arrivano al Governo precise richieste per il sostegno al mercato della frutta estiva di fronte alle difficoltà dovute al forte calo della domanda e dai prezzi che non coprono i costi di produzione sostenuti dagli agricoltori.

Nello specifico: inserire pesche e nettarine tra le specie ortofrutticole che possono accedere ai contributi straordinari stanziati dalla Ue per far fronte ai danni provocati dall’allarme Escherichia coli; convocare la Gdo per superare il diniego alla firma dell'accordo con i produttori di pesche e nettarine per evitare l'immissione sul mercato di prodotti di bassa qualità e pratiche commerciali scorrette. Infine, organizzare un coordinamento nazionale delle azioni di ritiro di prodotto invenduto già previste e finanziate dall'Unione europea con l'organizzazione comune di mercato ortofrutticola.

L'assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, che a Bologna ha incontrato le organizzazioni agricole, cooperative e i rappresentanti dei produttori, ha scritto al ministro chiedendo un incontro urgente. Per Rabboni “si rischia il paradosso: buona produzione e prezzi non remunerativi”.
“Le difficoltà – ha detto – nascono soprattutto dal calo della domanda che è determinato da tre concause: psicosi da batterio, calo dei redditi e brutta stagione nei paesi d'esportazione. In più il ritardo di maturazione del prodotto spagnolo, lo sovrappone a quello italiano, ingolfando e sovraccaricando il mercato europeo".

“Se vogliamo strappare qualche risultato utile per i produttori dobbiamo utilizzare in modo sinergico tutte le possibilità di intervento in grado di ridurre l’immissione sul mercato di prodotto eccedente e soprattutto di bassa qualità. Per questo – ha aggiunto Rabbonichiediamo al ministro di intervenire in tre direzioni: verso la Grande distribuzione perché si responsabilizzi sulle conseguenze irreversibili che questa situazione può avere sul comparto e sottoscriva l'accordo interprofessionale per la qualità del prodotto commercializzabile; verso le Organizzazioni di prodotto di tutte le Regioni italiane perché utilizzino tutte le risorse europee disponibili per ritirare dal mercato il prodotto destinabile agli indigenti o alle produzioni agroenergetiche; verso il Commissario europeo all'Agricoltura, Dacian Ciolos, perché includa le pesche e le nettarine tra le produzioni indennizzabili attraverso lo stanziamento europeo dei 210 milioni per l'Escherichia coli".