Confronto serrato a Roma lo scorso 10 giugno tra produttori europei di mosti e succhi d'uva concentrati, rettificati e deionizzati, durante l'Assemblea generale di Must, il network europeo che annovera tra i propri membri le due associazioni nazionali di Italia e Spagna (FederMosti e Aemzu) e le due aziende leader di Francia e Grecia (Grap'Sud ed Evoiki), e al quale si sta per aggiungere un'altra importante azienda spagnola, e copre dunque oltre l'80% della produzione europea, rappresentando con circa 20 milioni di ettolitri di mosti l'anno, un anello significativo all'interno della 'wine chain'.

In Assemblea sono intervenuto Michele Alessi, dirigente dell'Ufficio Vini del Mipaaf, e Domenico Bosco, responsabile dell'Ufficio Vini di Coldiretti.

Marco Bertagni, presidente del Comitato esecutivo di Must e direttore di FederMosti, ha introdotto i vari temi in agenda, a partire dalla auspicata prossima applicazione di taglio 'europeo' del DM 19 dicembre 2000 sulla gestione degli stabilimenti di produzione di mosti e di succhi d'uva. In Italia, tale norma risulta essere restrittiva e penalizzante per gli assetti industriali, soprattutto se confrontata ad un'analoga norma in Spagna.

Si è poi discusso di aliquote Iva sullo zucchero d'uva da equiparare a quelle del saccarosio se gli usi finali sono gli stessi e all'opportuna riduzione delle aliquote anche nella fase di approvvigionamento di materie prime.

Il tema dello zuccheraggio dei vini come pratica da abolire o quantomeno da evidenziare in etichetta - battaglia portata avanti da anni da Coldiretti e su cui esiste piena concordanza anche di Federconsumatori – ha trovato rispondenza e appoggio da parte del Mipaaf.
La stessa Commissione europea, a cui Must aveva presentato nei mesi scorsi una dettagliata position paper, si è detta disposta a riaprire le discussioni a patto che tale 'spinta' provenga dagli Stati membri. Sarà dunque importante l'azione che FederMosti, Coldiretti e Federconsumatori sapranno svolgere sulle amministrazioni nazionali e sul consumatore italiano, ma soprattutto su quello di Paesi dove è consentito aggiungere saccarosio al vino, per far sì che sia informato della presenza nel vino stesso di una sostanza estranea alla filiera dell'uva.

Gran parte dei mosti e dei succhi concentrati prodotti in Europa, principalmente in Spagna e Italia, vengono esportati in Paesi extra-europei ed in particolare in Russia: FederMosti sottolinea che sarebbe però interessante valorizzare al meglio tali prodotti anche nei mercati comunitari.

E' stato individuato un percorso di campagne informative sui valori nutrizionali dei succhi d'uva e sui potenziali utilizzi in blend con altri succhi di frutta per poi attivare contatti con le multinazionali del settore che, alla luce dell'imminente pubblicazione della direttiva che vieterà l'aggiunta di zuccheri ai succhi d'uva, potrebbero favorire per i mix il succo d'uva a succhi di altra origine per il suo alto contenuto naturale di zucchero.

In chiusura è stato sottolineato il ruolo dell'industria dei mosti sia come anello centrale della catena dei vini, che come segmento strettamente legato al mondo agricolo e al mantenimento delle superfici vitate. Da qui l'opportunità, ovvero la necessità di prolungare a oltre il 2012 l'aiuto alla trasformazione dei mosti, onde evitare gap competitivi con il saccarosio ed indurre le aziende agricole a decentralizzare le produzioni di uva e derivati nei Paesi extra-europei o comunque non con tradizioni vinicole consolidate.