In un contesto generale di crisi dei consumi in Italia e in Europa, l’andamento degli acquisti al dettaglio di ortofrutta non fa eccezione. I dati, elaborati da Cso su fonte Gfk, relativi agli acquisti delle famiglie italiane nel primo semestre 2010 evidenziano, rispetto al medesimo periodo del 2009, che ogni famiglia ha acquistato 5 kg di frutta e verdura in meno con una riduzione della spesa intorno agli 11 euro.
L’elemento fondamentale su cui fare leva per aumentare la propensione al consumo di frutta e verdura è la qualità dell’offerta intesa nel senso più ampio del termine e sono stati numerosi ed encomiabili gli sforzi di questi anni del settore ortofrutticolo organizzato per elevare gli standard qualitativi e proprio per questo occorre fare attenzione a non abbassare la guardia.
“Ancora una volta - dichiara Luciano Trentini del Cso – pochi operatori irresponsabili tendono ad anticipare le raccolte e ad immettere sul mercato italiano ma anche e soprattutto estero, prodotti che non presentano caratteristiche organolettiche sufficienti per essere consumati in tempi brevi. E’ il caso ad esempio del kiwi, delle pere e di tanti altri prodotti ortofrutticoli immessi anche in queste settimane sul mercato senza avere i necessari requisiti qualitativi. Questa situazione non fa altro che aumentare la disaffezione dei consumatori verso queste produzioni ed offuscare l’immagine di tanti produttori che operano correttamente. Faccio un appello a tutta la filiera - continua Trentini – non solo ai produttori ma anche alla distribuzione affinché non venga messa in vendita frutta che non soddisfa i requisiti per essere consumata in tempi brevi. La qualità paga – conclude Trentini – ed è l’unica strada per poter dare un futuro al settore e non è accettabile che il comportamento irresponsabile di pochi vada a compromettere gli sforzi di tanti e soprattutto la fiducia del consumatore".
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