Le stime produttive per la prossima vendemmia sembrerebbero indicare una crescita rispetto allo scorso anno, con un aumento comunque contenuto entro i limiti del 5%.
Se così fosse, in volume assoluto, la campagna 2010 potrebbe tornare sui livelli del 2008 e superare quota 46 milioni di ettolitri. Secondo i dati Istat nel 2009 la produzione vinicola si era invece fermata a 45,4 milioni di ettolitri. Attesa, in media, una qualità buona. È quanto emerge da una prima ricognizione sullo stato dei vigneti della Penisola, svolta da Ismea e Unione italiana vini nella prima decade di luglio.
La cautela è, comunque, d'obbligo perché come di consueto per gli esiti produttivi saranno determinanti la fine di luglio e il mese di agosto. Ci sarà, infatti, da valutare quanto le riserve idriche accumulate durante l'inverno risulteranno sufficienti a contrastare l'attuale ondata di caldo e in che misura si riuscirà ad arginare i potenziali attacchi dei patogeni - un rischio in molte aree a causa dell'umidità - ad oggi tuttavia ben controllati.
Quest'anno sugli esiti della campagna inciderà anche la variabile legata agli effetti della vendemmia verde, attivata per la prima volta, che di fatto va a togliere materia prima dal circuito produttivo. La misura si aggiunge poi alla riduzione delle superfici vitate determinata dalle estirpazioni con premio. Nel 2010 sono state accolte domande per 10.741 ettari che si vanno ad aggiungere a quelle per gli 11.571 ettari dello scorso anno. In molte aree, inoltre, aumenta la consuetudine di ricorrere al diradamento per fini qualitativi.
Una caratteristica che accomuna il vigneto Italia di quest'anno è il ritorno a un calendario 'normale', dopo gli anticipi del 2009: il freddo rigido che ha contraddistinto il lungo e piovoso inverno ha infatti rallentato lo sviluppo vegetativo, determinando uno slittamento in avanti, rispetto allo scorso anno, di quasi tutte le fasi fenologiche.
Scendendo nel dettaglio regionale si osserva una sostanziale omogeneità all'interno delle diverse macro-aree nazionali. Nel Nord, infatti, quasi tutte le regioni si collocano, al momento, su livelli produttivi uguali o leggermente superiori alla campagna scorsa. Previsioni in linea con il 2009 anche per il Centro, ad eccezione delle Marche, dove, come in larga parte delle regioni meridionali, si stima un recupero, almeno parziale, delle perdite subite lo scorso anno. Al generalizzato incremento del Sud sembrano, tuttavia, sottrarsi le produzioni delle due isole maggiori.
Dettaglio regionale
In Piemonte (=/+) se l'inverno tra il 2008 e il 2009 era stato ricco di precipitazioni nevose, quello tra il 2009 e il 2010 si è caratterizzato per il freddo e il gelo. Ha fatto seguito una primavera fredda e molto piovosa, che si è conclusa con un'ultima settimana di forti precipitazioni, dopo che si è avuto un periodo più caldo tra metà maggio e inizio giugno.
Nei vigneti, quindi, l'inizio della germogliazione si è verificato con ritardo rispetto alla norma, calcolabile dai 10-15 giorni. Il bel tempo di maggio e giugno ha poi accelerato lo sviluppo vegetativo, creando qualche problema di gestione della chioma e di controllo delle fitopatie, in particolare della peronospora.
La grandine ha colpito alcune aree, soprattutto nel Cuneese, ma la sua incidenza così precoce potrebbe avere limitato i danni a un diradamento iniziale dei grappoli.
Tutto considerato, la buona allegagione e la consistente umidità nel terreno fanno prevedere la presenza di abbondanti quantitativi di uva, sebbene l'ormai abituale pratica del diradamento potrebbe tendere a ridimensionare l'aumento produttivo rispetto allo scorso anno. Poche, invece, le adesioni alla vendemmia verde.
In Lombardia (=) lo sviluppo vegetativo mostra un ritardo di circa 10 giorni che potrebbe, comunque, essere recuperato grazie al caldo attuale. A una normale fioritura ha fatto seguito un'allegagione molto buona, solo in alcuni casi lievemente compromessa dagli sbalzi termici.
Nonostante qualche avvisaglia di peronospora e oidio, lo stato sanitario del vigneto è molto buono. Le riserve di acqua accumulate durante l'inverno, inoltre, sembrano scongiurare il pericolo di stress idrico durante i prossimi mesi.
Le previsioni produttive, da prendere comunque con cautela, fanno pensare a volumi in linea con l'annata precedente, con alcune zone, come l'Oltrepò, che potrebbero anche raggiungere livelli superiori.
Per la Valle d'Aosta (=/+) si stima una produzione leggermente superiore a quella dello scorso anno e una qualità molto buona. Le fasi fenologiche si sono susseguite accumulando un ritardo di almeno 10 giorni rispetto alla norma. Ad una buona germogliazione e fioritura è seguita una mediocre allegagione. Al momento non si segnalano particolari patologie della vite.
In Liguria (=) lo sviluppo della vite è partito con un ritardo di circa una settimana rispetto al 2009, ma il caldo di luglio potrebbe annullarlo e far iniziare la vendemmia con lo stesso calendario dello scorso anno. Sul fronte fitosanitario c'è stato allarme per la comparsa della peronospora, peraltro efficacemente controllata, e al momento non si segnalano altri problemi.
In Veneto (=) l'andamento meteo, caratterizzato da un inverno particolarmente rigido e poi da una primavera piovosa, ha influito sullo sviluppo vegetativo: regolare nelle sue diverse fasi, ma con un ritardo di oltre una settimana rispetto al 2009. Il caldo di fine giugno e degli inizi di luglio potrebbe, comunque, favorire un certo recupero.
Lo stato fitosanitario del vigneto non registra, ad oggi, situazioni particolarmente critiche, anche se le abbondanti piogge che si sono protratte per gran parte del mese di giugno hanno causato qualche difficoltà all'esecuzione dei trattamenti. Continua a essere alta l'attenzione per la peronospora, comunque controllata, mentre destano preoccupazioni gli attacchi di botrite.
La vendemmia 2010 in Trentino (=/+) sembrerebbe attestarsi sui livelli dell'anno precedente. Lo sviluppo vegetativo risulta in ritardo di circa dieci giorni rispetto alla vendemmia passata con fasi fenologiche che si sono susseguite senza particolari problemi. La vegetazione si presenta rigogliosa. La maggior parte dei viticoltori ha eseguito la sfogliatura meccanica o manuale che migliora l'esposizione dei grappoli e riduce l'incidenza di malattie da crittogame. Non si segnalano, peraltro, danni da patogeni, sebbene l'oidio si sia manifestato con più aggressività rispetto alla norma. La maggior presenza di uva rispetto allo scorso anno verrà, di fatto, annullata dalla pratica del diradamento. Anche in Alto Adige (=) le condizioni del vigneto sono tra il buono e l'ottimo con uno sviluppo in ritardo di dieci giorni sullo scorso anno. Buone le prospettive in termini di qualità.
In Friuli Venezia Giulia (=) la produzione non sembra discostarsi da quella dello scorso anno, peraltro non abbondante. L'inverno freddo, come in molte altre regioni, ha provocato un ritardo delle prime fasi fenologiche di circa dieci giorni. Il gelo della fine di dicembre ha condizionato il germogliamento in tutta la regione. Con danni piuttosto rilevanti soprattutto nei vigneti più giovani, mentre in quelli più adulti i problemi si sono avuti solo su alcune varietà, come Sauvignon, Pinot grigio, Prosecco e Traminer. La fioritura è avvenuta in condizioni climatiche ottimali, mentre l'allegagione è da considerarsi mediamente buona, tranne per alcune varietà per le quali si è verificata cascola (Cabernet Franc, Verduzzo friulano e Picolit) e che ora presentano grappoli spargoli. In provincia di Pordenone e Udine si sono registrati problemi anche a seguito della grandine che ha colpito a macchia di leopardo. Contenuti, grazie ai monitoraggi e a interventi tempestivi, i problemi derivanti da attacchi di patogeni. Le frequenti precipitazioni di metà maggio, infatti, hanno provocato l'insorgere di peronospora e, a seguire, botrite, a carico di foglie e tralci.
Si prevede una buona annata dal punto di vista quantitativo per l'Emilia-Romagna (=/+). Le prime fasi vegetative hanno preso avvio con un ritardo di 10 giorni circa a causa delle temperature al di sotto delle medie stagionali. Questo non ha compromesso, comunque il risultato in termini quantitativi. Il vigneto è apparso da subito molto rigoglioso, con grappoli pieni e ben sviluppati. A fronte di questa situazione, vista la situazione di mercato e soprattutto nell'ottica di una maggiore qualità, molti viticoltori hanno già messo in previsione di intervenire con il diradamento dei grappoli e con la defogliazione. A contenere l'entità dell'aumento inizialmente previsto dagli operatori sono intervenute anche grandinate che, a fine giugno, hanno compromesso, sebbene a macchia di leopardo, alcune produzioni sia nelle province emiliane che in quelle romagnole. Alta l'attenzione sul fronte fitosanitario. L'eccessiva piovosità ha favorito, soprattutto in pianura, alcuni focolai di peronospora che sono stati subito controllati con trattamenti tempestivi, evitandone il radicamento e la diffusione. Al momento sono stati segnalati rari focolai di oidio, per i quali si stanno facendo gli opportuni trattamenti.
Generalmente sui livelli dello scorso anno le produzioni del Centro Italia a partire dalla Toscana (=) dove lo stato vegetativo presenta un ritardo medio di poco più di una settimana. Le fasi fenologiche, dalla cacciata all'allegagione, sono risultate mediamente buone, anche se in alcune zone dell'area fiorentina la cacciata è apparsa mediocre. Oltre al freddo invernale e alla pioggia primaverile, le avversità climatiche sono continuate con alcune grandinate nelle zone più alte del territorio senese e fiorentino: Castellina in Chianti, Panzano in Chianti, Montalcino. Al momento la quantità delle uve risulta in linea con lo scorso anno con una qualità giudicata buona e una gradazione, probabilmente, con qualche grado babo in meno. I vigneti, attualmente, si presentano in buono stato e solo a fine giugno sono stati segnalati attacchi di peronospora leggermente superiori alla media del periodo, a causa dell'eccessiva piovosità che ha caratterizzato in particolare i mesi di maggio e giugno rendendo difficile in alcuni casi l'esecuzione di trattamenti fitosanitari.
Situazione piuttosto buona nelle Marche (+) dove la vendemmia 2010 sembrerebbe recuperare pienamente le perdite registrate l'anno prima. Lo stato vegetativo della vite rientra nella media stagionale, in ritardo di oltre una settimana sullo scorso anno, con un'abbondante cacciata a cui hanno fatto seguito fioritura e allegagione ottimali. Questo ha permesso un notevole aumento della carica di grappoli. La situazione fitosanitaria non mostra un quadro particolarmente problematico, grazie al continuo monitoraggio e alla lotta guidata. Nonostante questo si è registrato qualche focolaio peronospora come ad esempio nella zona del Conero. Nell'ultima decade di giugno, in alcune aree collinari, sono stati rilevati focolai di oidio circoscritti, però, a vigneti nei quali non erano stati effettuati trattamenti adeguati. Si sono verificate grandinate a macchia di leopardo solo in alcune aree della provincia di Ancona e di Macerata, che però non hanno arrecato danni irreversibili ai fini della produzione finale, in quanto i vitigni colpiti sono in grado di recuperare grazie all'ottimo stato vegetativo.
Una stagione complicata quella dei viticoltori dell'Umbria (=). Dopo un inverno straordinariamente rigido e che si è protratto fino a primavera inoltrata, sono seguiti due mesi caratterizzati da precipitazioni piovose intense e frequenti. Condizioni queste che hanno determinato un forte ritardo nella ripresa vegetativa dei vigneti, valutabile nell'ordine delle due settimane, e un lavoro eccezionale per il controllo dei patogeni, peronospora in primo luogo. Lo sviluppo vegetativo è stato buono e fioritura e allegagione sono risultate così ricche da far prevedere, in un primo momento, una produzione abbondante. Il maltempo e alcune grandinate di inizio giugno hanno però ridimensionato gli incrementi previsti. Per il prosieguo dell'estate è da escludere stress idrico, vista l'ottima dotazione idrica dei terreni, mentre c'è massima attenzione per lo stato sanitario dei vigneti.
Nel Lazio (=) la situazione vegetativa e sanitaria mostra, di fatto, una regione divisa in due. Nella zona dei Castelli Romani il ciclo vegetativo è partito con circa dieci giorni di ritardo per via di un inverno che si è protratto più a lungo del solito. La cacciata è stata buona, ma in seguito le frequenti piogge hanno condizionato fioritura e allegagione, con grappoli che si presentano piuttosto spargoli. La troppa umidità ha aumentato l'incidenza delle malattie del vigneto, della peronospora in particolare, che non si presentava, in queste zone, con tanta virulenza dal 2004. Chi ha agito per tempo aumentando la frequenza dei trattamenti in vigna ha limitato i danni. Quantitativamente, ci si aspetta, in queste zone, una produzione lievemente inferiore rispetto all'anno passato, anche a causa degli abbandoni e degli espianti in corso. Nella zona litoranea, invece, il calendario vegetativo risulta nella media stagionale e in linea con quello considerato normale. Tutte le fasi dalla cacciata all'allegagione sono risultate ottime, facendo prevedere un lieve aumento della produzione anche grazie alla mancanza di particolari avversità climatiche e alla buona tenuta dei trattamenti antiparassitari che fino a ora hanno contenuto gli attacchi, in particolare, di peronospora.
Dopo la decisa flessione dello scorso anno sembra in netto recupero anche la produzione dell'Abruzzo (+). L'andamento stagionale, caratterizzato da forti escursioni termiche non ha ritardato le diverse fasi fenologiche della vite rispetto alla media stagionale. Buono lo stato fitosanitario dei vigneti, nonostante le condizioni meteo, caratterizzate da eccesso di piovosità e temperature sopra la media, siano abbastanza favorevoli allo sviluppo di peronospora. Si riscontrano solo alcuni attacchi di oidio nelle aree collinari, subito circoscritti con interventi tempestivi.
Si attende in crescita anche la produzione della Campania (+), dove i vigneti si presentano con uno sviluppo vegetativo in ritardo rispetto allo scorso anno, ma in linea con un calendario ritenuto normale. Le abbondanti piogge hanno creato un clima favorevole allo sviluppo della peronospora che ha colpito però soprattutto i vigneti non specializzati e dove non sono state applicate corrette pratiche agronomiche. Le buone riserve idriche accumulate durante l'inverno e la primavera, stanno permettendo alle viti, soprattutto nelle zone di collina dove non è sempre possibile intervenire con irrigazione di soccorso, di non subire troppo lo stress idrico e il caldo di queste prime settimane di luglio. Nella regione l'adesione alla misura della vendemmia verde è stata inferiore rispetto alle attese.
Pur senza tornare sui livelli produttivi del 2008, la Puglia (+) sembrerebbe recuperare molte delle perdite registrate nella scorsa vendemmia. In tutta la regione la situazione sembra abbastanza buona, sebbene a differenziare le diverse zone ci siano i tempi del calendario vegetativo. Nel Nord, infatti, si evidenzia un ritardo di qualche giorno rispetto allo scorso anno, a fronte di un anticipo nelle aree salentine. Le piogge primaverili hanno favorito un germogliamento uniforme dei tralci permettendo lo sviluppo di un elevato numero di grappoli. Lo stato sanitario nel complesso è buono perché la peronospora, comparsa comunque in forma leggera, è stata ottimamente controllata. Leggeri gli attacchi di oidio, soprattutto in quei vigneti non sottoposti a sfogliatura.
Più abbondante dello scorso anno anche la produzione stimata per il Molise (+). I vigneti sono ben sviluppati grazie a fasi fenologiche che si sono susseguite in modo ottimale, sebbene con un ritardo di circa una settimana che potrebbe essere recuperato con il caldo dell'estate. Eseguiti i trattamenti preventivi contro peronospora e oidio, per cui lo stato sanitario del vigneto, per il momento, non desta preoccupazioni.
Anche in Calabria (+), alla luce dell'ottimo sviluppo vegetativo, si stima una vendemmia più abbondante della precedente. Tuttavia, l'aumento potenziale sarà in parte compensato dall'adesione dei viticoltori alla vendemmia verde. Lo stato di salute del vigneto è ottimo. L'andamento stagionale ha fatto ritardare di una settimana cacciata, fioritura e allegagione, ritenute però ottime. Lievi gli attacchi di peronospora e oidio in alcune zone, comunque ben controllati.
Si prospetta abbondante anche la vendemmia della Basilicata (+), sebbene non tanto da recuperare il calo dello scorso anno. Le piogge, che si sono susseguite per i primi sei mesi di quest'anno, hanno creato una buona riserva idrica da cui attingere anche in caso di un'estate particolarmente siccitosa. Ancora da quantificare i danni da peronospora e oidio, di cui si sono registrati focolai nelle ultime settimane.
A differenza delle altre regioni del Sud, la Sicilia (-) si presenta alla vigilia della nuova campagna con previsioni di produzione in calo rispetto allo scorso anno. Sull'andamento della vendemmia influiranno le condizioni meteo verificatesi in primavera, quando fioritura e allegagione sono state accompagnate da temperature più basse rispetto alla media stagionale e da vento di scirocco che ha interessato, in particolare, la Sicilia occidentale e la fascia costiera. Ma non solo. Saranno infatti da valutare anche la forte adesione alla vendemmia verde alla quale si aggiunge l'abbandono, con premio, dei vigneti. Sono stati circa 10.000 gli ettari per i quali è stata accolta la domanda di vendemmia verde e questo potrebbe togliere dalla produzione, potenzialmente, circa un milione di quintali di uva. A questo si aggiunga il fatto che negli ultimi due anni il vigneto siciliano, grazie alle estirpazioni con premio, è calato di oltre 5.000 ettari. Buone, comunque, le aspettative sulla qualità delle uve, così come buono lo stato di salute dei vigneti: si registra solo una leggera comparsa di oidio a macchia di leopardo.
In Sardegna (-/=) il susseguirsi delle fasi vegetative, con una buona fioritura, ma una non altrettanto ottimale allegagione dovuta ad avversità atmosferiche come forti venti e accentuate escursioni termiche, fa prevedere un volume produttivo difficilmente superiore a quello, già non abbondante, dello scorso anno. Si registra, inoltre, l'aumento degli attacchi di peronospora e oidio rispetto alla media a causa delle prolungate piogge.
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Fonte: Unione italiana vini