Agricoltura, industria, distribuzione, cooperazione, sindacati. In occasione della prima uscita pubblica del nuovo ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, Confagricoltura ha riunito gli stati generali del settore presso la sede nazionale di Palazzo della Valle. Rivolto al ministro Galan, il presidente di Fedagri Confcooperative, Maurizio Gardini ha detto: “Lei ha la possibilità di riposizionare l’agricoltura e l’agroalimentare del Paese, perché non siamo rassegnati a perdere il 90% delle imprese agricole. Non chiediamo di fare propaganda, sappiamo che lei non indosserà gli stivali nei campi per le tv - ha proseguito Gardini - ma abbiamo bisogno di qualcuno ci rappresenti nelle sedi istituzionali e che lavori per avviare un processo di modernizzazione e di efficienza”. 

Secondo Luigi Scordamaglia, vicepresidente Federalimentare: “Per troppo tempo le parti hanno cercato un nemico su cui scaricare la responsabilità. Ciò di cui abbiamo bisogno, e Confagricoltura ne ha offerto l’occasione con la presentazione del progetto Futuro Fertile, è un confronto di mercato concreto e reale. Siamo stanchi - ha aggiunto Scordamaglia - di continuare a confrontarci ideologicamente, abbiamo bisogno di una parte politica che crei un ambiente in cui ciascuno si prenda la responsabilità di fare la propria parte”. 

Per il presidente di Federdistribuzione, Paolo Barberini: “Ho apprezzato il pragmatismo del presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni. Un parlare chiaro che ci pone al fianco dell’organizzazione agricola: oggi Confagricoltura è l’unico interlocutore chiaro e spendibile. Per questo tra noi non ci sono più barricate ma un campo su cui lavorare alacremente”. 

Sul fronte sindacale, per il segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza: “Ha ragione il presidente Vecchioni quando dice di volere un’agricoltura più ricca, perché solo un settore più ricco può dare maggiori opportunità anche per gli 1,3 milioni di addetti del settore. La filiera vuole lavorare assieme, è l’unica strada. In questo contesto Confagricoltura ha mostrato grande senso di responsabilità in occasione del prossimo rinnovo del contratto di lavoro”. 

In chiusura di intervento, il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni ha assicurato: “non tireremo il ministro per la giacca da una parte e dall’altra. La grande opportunità oggi è data dalla posizione di garanzia del ministro, nell’affermare che sarà arbitro e che deciderà nell’interesse generale del settore. Sono queste le basi per un dialogo sereno”.