Nel comitato di gestione del 28 aprile 2010 la Commissione europea non ha voluto sentire ragioni, nonostante tutti gli elementi economici forniti, per adeguare il  Reg. CE1580 del 2007 relativamente alla prevenzione e gestione delle crisi e al calcolo del valore della produzione commercializzata.
La scarsa sensibilità dimostrata nell’adeguare l’allegato X del regolamento citato, anche in invarianza di bilancio rende oggi la situazione molto critica per il sistema produttivo ortofrutticolo di molti Paesi d’Europa. Adeguare i prezzi dei prodotti previsti  significava  rendere  i ritiri un vero strumento di regolazione del mercato, nel caso di produzioni anche leggermente superiori alla media, in una Europa sempre più interessata ad importare prodotti ortofrutticoli da Paesi terzi, piuttosto che  difendere i propri produttori. Oggi infatti l’Unione europea si trova  con una bilancia commerciale in passivo per quanto riguarda l’ortofrutta. 
Ma l’Unione europea ,pur prendendo atto degli sforzi fatti dai governi dei Paesi produttori, in particolare d’Italia, di Francia e di Spagna per difendere il sistema, non ha sentito ragioni nonostante le buone intenzioni che la Commissione si era proposta, nel promuovere una Ocm nuova, che vedeva la compartecipazione finanziaria dei produttori nella realizzazione dei programmi operativi. Dunque nessun adeguamento dei prezzi legati ai ritiri, nessun riconoscimento per il valore della produzione commercializzata , unico risultato ottenuto è una maggiore flessibilità per i ritiri dal mercato che possono passare dal 5 al 10 %. 
Le organizzazioni dei produttori aderenti al Cso - Centro servizi ortofrutticoli pongono all’attenzione della pubblica opinione, come tale situazione rischi di diventare molto pesante con gravi ripercussioni sul sistema produttivo e su quello dei consumatori. 
Il presidente del Cso e del Cogeca Paolo Bruni pone in evidenza come  restino senza soluzione tutte le istanze presentate a livello europeo e sostenute da istituzioni transnazionali come Copa-Cogeca,  Arefelh, ed altre, per garantire un futuro ai produttori organizzati, nonché garantire i consumatori della sicurezza delle produzioni e del rischio di trovare sempre meno frutta e verdura nazionale sulle loro tavole.