Non bastava il tracollo dei mercati. Ora ci si mette anche la Cina a complicare lo scenario, già difficile, della nostra agricoltura. Maestri nell’arte del copiare i cinesi ora si stanno impegnando sul fronte dell’agroalimentare. E a farne le spese sono i prodotti italiani. Lo si apprende dalle pagine di “Italia Oggi” del 27 febbraio, argomento ripreso anche da “Avvenire”. A rischio c’è anche l’Amarone per il quale i cinesi avrebbero già clonato il Dna. Un’ipotesi forse un po’ fantascientifica che si può leggere su “Libero” del 27 febbraio. Il tema dell’agropirateria resta comunque molto grave come ricorda il “Corriere della Sera” del 25 febbraio denunciando che ogni anno entrano in Italia prodotti clandestini per un importo di due miliardi di euro. L'allarme per il falso nell'agroalimentare viene dalla quinta assemblea della Cia, che ha riconfermato per la terza volta, come si legge su “Italia Oggi” del 27 febbraio, Giuseppe Politi alla presidenza della Confederazione italiana degli agricoltori. E’ ancora dall’assemblea di Cia, come scrive “L’Unità” del 25 febbraio, che arriva un altro forte allarme per i danni arrecati all’agricoltura dalla criminalità organizzata.
I giornali e la crisi
Non poteva mancare dall’assemblea della Cia un forte richiamo alla crisi che grava su tutti i comparti della nostra agricoltura, crisi che sta mettendo in forse la sopravvivenza di 50mila aziende agricole, come afferma Politi dalle colonne de “La Gazzetta Economia” del 27 febbraio. Una denuncia che continua sempre dalle colonne de “La Gazzetta Economia” che nello stesso giorno parla di agricoltura in coma. Sul tema della crisi interviene anche Coldiretti che dalle pagine de “La Discussione” del 28 febbraio traccia un bilancio della caduta dei prezzi nei vari segmenti produttivi. A soffrire maggiormente il momento di crisi, secondo quanto riporta “Il Resto del Carlino” del 1 marzo, è il pomodoro, stretto nella morsa dei bassi prezzi di mercato e della forte concorrenza del prodotto di importazione di bassa qualità.
Bene il biologico
In mezzo a tante difficoltà si fanno notare i buoni risultati dell’agricoltura biologica che incontra, stando a quanto riportato dalla “Gazzetta di Bari” il 26 febbraio, il favore delle famiglie italiane. In tema di prodotti biologici “Il Sole 24 Ore” del 1 marzo ricorda che Bruxelles ha dato il via libera al nuovo logo che contraddistingue questi prodotti. Buone notizie anche per il Grana Padano, come si può leggere sulle pagine di “Libertà” del 28 febbraio, le cui quotazioni continuano seppur lentamente a salire come già aveva segnalato il giorno precedente anche il “Giornale di Brescia”. Dal formaggio al latte il passo è breve ed è con una certa sorpresa che si può leggere su “La Stampa” del 27 febbraio un articolo molto allarmistico nei confronti del latte crudo. Precauzioni sono opportune, ma i toni sembrano un po’ eccessivi. Sorpresa anche per la sentenza del consiglio di Stato che annulla, dopo 12 anni, la vendita a Cirio della Centrale del latte di Roma. I dettagli si poccono leggere su molti quotidiani del 2 marzo, fra questi “Il Corriere della Sera” e “Il Giornale”.
Ancora Ogm
Torna sulla ribalta (ma non ne era mai sceso…) il tema degli Ogm con l’intervento del ministro Zaia contro la sentenza del Tar che ne autorizza le semine. I dettagli si possono leggere su “Italia Oggi” del 24 febbraio, mentre “Famiglia Cristiana” in edicola il 25 febbraio si vede costretta ad ospitare una precisazione a firma Monsanto rispetto a quanto aveva pubblicato la settimana precedente. Scende in campo anche "La Padania", per sottolineare che nella Ue il ricorso alle semine Ogm è di gran lunga inferiore alle previsioni. Per il momento è finita qui. Ma siamo certi che ci saranno molte altre “puntate” della telenovela Ogm. Peccato che tanto parlare e scrivere non aiuti a fare chiarezza.