"Non possiamo che deplorare e condannare l’atteggiamento irresponsabile delle associazioni bieticole che costringerà alla chiusura lo stabilimento di Jesi e causerà sofferenza economica e sociale per le centinaia di lavoratori coinvolti. Lo zuccherificio avrebbe potuto continuare a produrre se i bieticoltori avessero assunto un impegno pluriennale a rifornirlo di barbabietole; invece la loro decisione egoista è stata quella di dismettere subito la produzione per incamerare i finanziamenti comunitari”. E' quanto ha dichiarato il segretario nazionale della Uila-Uil Tiziana Bocchi a conclusione della riunione odierna presso il Mipaaf sul futuro dello zuccherificio Eridania-Sadam di Jesi, uno dei cinque impianti in Italia finora sopravvissuti alla riforma Ocm dello zucchero. “Preso atto di questa situazione, Fai-Flai-Uila hanno chiesto all’azienda di mettere in campo un progetto di riconversione che punti a ricollocare tutti i lavoratori, compresi quelli avventizi di lungo periodo. Analoga richiesta di impegno in tal senso è stata fatta al ministro per le politiche agricole Paolo De Castro al quale abbiamo anche chiesto di convocare, al più presto, il tavolo di filiera bieticolo saccarifero per capire come assicurare la continuità produttiva dei quattro zuccherifici restanti in Italia”.