Il Consorzio Aceto Balsamico di Modena sin dalla propria costituzione si è battuto per ottenere il riconoscimento dell'Indicazione geografica protetta per un prodotto ambasciatore della tradizione gastronomica italiana nel mondo, sulla base di un Disciplinare rispettoso della consuetudine storica e degli usi  consolidatisi tra tutti i produttori. Da alcuni anni si è affiancato al Consorzio il gruppo di aziende facenti capo al Comitato produttori indipendenti Aceto Balsamico di Modena: insieme (33 aziende) costituiscono la stragrande maggioranza dei produttori. "La domanda di Igp pubblicata venerdì 6 luglio nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea non ci rallegra affatto - fa sapere il Consorzio in una nota -: il disciplinare non soddisfa ai criteri indicati dai produttori che in maggio avevano presentato un ricorso contro il testo che non rispetta il territorio di origine né le consuetudini produttive e che mette a rischio la denominazione, esponendola a problemi e opposizioni internazionali. Su richiesta del Governo e su impegno preso davanti ai rappresentanti delle associazioni agricole, i tre gruppi sottoscrittori della Igp che rappresentano il settore hanno inviato al ministero delle Politiche agricole una proposta ritenuta soddisfacente. Duole notare che il Governo e le istituzioni non abbiano mantenuto gli impegni e abbiano richiesto la pubblicazione di un testo che non è condiviso né accettato da ben due dei tre Consorzi interessati, e cioè dalla maggioranza dei produttori. La pubblicazione della domanda di Igp pubblicata non solo non valorizza la centralità del territorio, ma rischia di causare danni ben più gravi all’intero comparto, fino alla volgarizzazione della denominazione ‘aceto balsamico’.  In attesa di valutazioni, e confermando la volontà del Consorzio Aceto Balsamico di Modena e del Comitato Produttori Indipendenti Aceto Balsamico di Modena di arrivare a una reale protezione della denominazione non possiamo purtroppo unirci ai festeggiamenti per la pubblicazione di questa domanda".