Settore in controtendenza quello delle carni avicole. Mentre altre carni perdono posizioni, il comparto avicolo continua a registrare aumenti.
I dati relativi al 2024 sul fronte dei consumi mostrano incrementi del 3,7%, che hanno portato la quota pro capite di carni avicole a 22 chilogrammi per anno.
Bene anche le uova, con il loro più 3,8%.
Sono questi alcuni dei dati emersi dalla recente Assemblea di Unaitalia, l'associazione che riunisce gran parte delle imprese del settore.
Buoni risultati che hanno il loro punto di forza in una filiera che vanta una buona efficienza organizzativa, capace di rispondere alle attese del mercato adattando l'offerta all'andamento della domanda e proponendo prodotti di qualità e sicurezza che ha pochi rivali a livello mondiale.
Un dato per tutti: la riduzione del 97% dell'impiego di antibiotici nell'allevamento dei polli e del 93% nel caso dei tacchini.
Prezzi in aumento
Un settore in salute, premiato dal mercato che riconosce prezzi all'origine commisurati alla qualità dell'offerta.
Le quotazioni registrate da Ismea, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, hanno raggiunto a fine ottobre per i polli leggeri 1,59 euro al chilo, con un aumento rispetto all'anno precedente del 7,2%.
Ancor meglio hanno fatto i tacchini di taglia media, che quotano 2,23 euro al chilo, con un differenziale positivo di quasi il 12% rispetto al 2024.
Un quadro di crescita che trova conferma nelle analisi mensili del Crefis, il Centro per le Ricerche Economiche sulle Filiere Sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza.

Prezzi medi del mercato avicolo nel mese di settembre
(Fonte: Crefis)
I punti di debolezza
Pur in questo scenario dai tratti positivi, l'Assemblea di Unaitalia non ha mancato di evidenziare i punti di debolezza del settore.
"Il settore avicolo italiano conferma la propria solidità - ha ricordato il presidente di Unaitalia Antonio Forlini - nonostante le incertezze e i timori legati a un contesto geopolitico e di mercato incerto e sfidante, un quadro regolatorio europeo in evoluzione e le preoccupazioni connesse alla diffusione del virus dell'influenza aviaria in Europa".
A proposito di influenza aviaria, dopo i primi focolai registrati in Friuli Venezia Giulia e Veneto, anticipati da AgroNotizie®, altri se ne sono registrati in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna.
Focolai prontamente messi sotto controllo, ma resta aperto il capitolo dei ristori per i danni subiti dagli allevamenti.
I tempi sono eccessivamente lunghi e ancora oggi si è in attesa di completare i rimborsi per le emergenze sanitarie del 2022.
Le sfide
Altro tema caldo quello della reciprocità negli accordi commerciali internazionali, con riferimento in particolare all'intesa fra Bruxelles e Paesi del Mercosur, che comprende Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Uruguay.
Gli occhi sono puntati soprattutto sul Brasile dal quale potrebbero giungere in Europa 180mila tonnellate di carne di pollo e di tacchino.
L'auspicio è che le regole che valgono in Italia in tema di sicurezza e benessere degli animali siano le stesse che si richiedono al prodotto importato.
Va ricordato che il Belpaese non ha necessità di ricorrere alle importazioni, considerato che la produzione interna è più che sufficiente a soddisfare la domanda.
Inoltre per le carni avicole è prevista l'indicazione dell'origine in etichetta, cosa che offre al consumatore la possibilità di una scelta consapevole.
Non così però per il canale Horeca, quello della ristorazione collettiva, dove questa possibilità è per ora preclusa.
Un prodotto riconoscibile
In tema di etichettatura Antonio Forlini ha ricordato che "quest'anno si celebrano i vent'anni del disciplinare di etichettatura delle carni avicole di Unaitalia, un asset strategico del settore che fotografa chiaramente questa realtà, assicurando tracciabilità e coerenza delle informazioni volontarie riportate in etichetta lungo tutta la filiera".
"Il 76% della produzione nazionale aderisce oggi al disciplinare Unaitalia - ha aggiunto Forlini - e un terzo della produzione italiana certifica nel 2024 parametri di benessere animale in allevamento superiori ai limiti di legge, tra cui utilizzo di arricchimenti ambientali (61%), luce naturale (66%), densità ridotte (33%) e genotipi a più lento accrescimento (8,5%)".
"Punto di orgoglio"
I risultati del mondo avicolo sono per il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, un punto di orgoglio perché "rispondono appieno alle caratteristiche della sovranità alimentare".
Anche per questo dal dicastero agricolo arriva la conferma che alle aziende del settore saranno destinati sostegni per favorire la transizione ecologica attraverso l'innovazione digitale e per l'impiego di fonti energetiche rinnovabili.
ll ministro ha anche assicurato l'impegno a presidiare i negoziati commerciali che dopo il Mercosur vedranno coinvolti Unione Europea e importanti Paesi come India, Filippine, Thailandia e altri ancora.
Non resta che augurarsi, aggiungiamo, analogo impegno per ridurre i tempi necessari a rimborsare i danni che le aziende incontreranno nel fronteggiare il rischio di una nuova ondata di influenza aviaria, favorita dal periodo di migrazione dei selvatici, fra i principali veicoli di diffusione di questo virus.






























