Infatti, il Pecorino romano Dop - stagionatura di 5 mesi e oltre da produttore - e alle condizioni di "franco magazzino di stagionatura", e Iva esclusa, il 30 marzo 2020 alla Borsa merci di Milano è stato fissato a 7,20 euro al chilogrammo sui minimi e 7,50 euro sui massimi, registrando un aumento di 10 centesimi di euro sulla seduta precedente, quella del 9 marzo, pari all’1,4%. Si tratta del secondo aumento consecutivo del tipico formaggio sardo dopo ben sei sedute di stasi ed un prezzo che si era mantenuto sui 7,00-7,30 euro al chilogrammo per sette settimane consecutive e fino al 2 marzo. Tra il 9 ed il 30 marzo il Pecorino romano guadagna così ben 20 centesimi.
Prezzi e statistiche
Secondo il Clal, il Pecorino romano, il cui prezzo è tradizionalmente la base di calcolo di quello del latte ovino sardo, ha ora un valore medio mensile di 7,25 euro al chilogrammo: superiore a quello di marzo 2019 del 22,88%, quando il prezzo medio era attestato ad appena 5,90 euro al chilo.Rispetto a febbraio 2020, il prezzo medio del tipico formaggio sardo è aumentato dell’1,40%, anche grazie all'effetto di trascinamento dei due precedenti rincari di gennaio e dicembre 2019 sulla media mensile di marzo, per altro mancante di due sedute e con due su tre a segno positivo. Con la fissazione dei prezzi di ieri l'altro, il formaggio della Sardegna non aggancia ancora il livello medio raggiunto a marzo 2018 - euro 7,70 al chilo – ma inizia ad avvicinarsi.
Latte ovino in Sardegna prezzi ancora bassi
Intanto, il prezzo del latte ovino in Sardegna continua ad essere interessato dai rialzi, ma sui soli valori minimi. Secondo Ismea, il prezzo al lordo di Iva e franco azienda passa dalla rilevazione del 6 marzo scorso tra 0,65 euro sui valori minimi e 0,82 euro sui massimi a quella del 27 marzo, che si attesta tra 0,70 e 0,82. E con un prezzo medio che sale da 0,74 euro al litro fino a 0,76 euro litro. Ismea rileva anche un prezzo prevalente, quello al quale si è scambiata la maggior parte del latte ovino sardo: 0,80 euro al litro. Valori ancora al di sotto delle migliori aspettative, ma che dovrebbero migliorare.Aiuti per gli agnelli
In questo frangente influirà sulla vita dei pastori il nuovo decreto ministeriale Competitività del Mipaaf sul quale si è raggiunta l’intesa ieri nella Conferenza Stato-Regioni, e che apre ad un aiuto per la crisi della carne di agnello, generata delle conseguenze delle misure sanitarie dovute all’epidemia di Covid-19 da 7,5 milioni di euro.Si tratta di un intervento urgente: soldi già appostati sulla legge di bilancio per il 2020 che il decreto ministeriale varato ieri ha ripartito.
Per intervenire sulla crisi delle vendite delle carni ovine, il decreto competitività annunciato ieri dalla ministra Teresa Bellanova prevede che alle imprese agricole di allevamento di ovini sia concesso un aiuto fino a 9 euro per ogni capo macellato e certificato Igp ed un aiuto fino a 6 euro per ogni capo non Igp nato, allevato e macellato in Italia nel periodo dal 1° marzo al 30 aprile dell’anno precedente a quello della domanda, quindi per il 2019 nell’annualità 2020 e per il 2020 nell’annualità 2021.