Anche se da alcune settimane i prezzi della carne dei bianchi bovini "dalla doppia groppa" viaggiano su livelli abbastanza remunerativi, rimane infatti sempre viva l'esigenza di limare i costi di produzione e in particolare di alimentazione dei vitelli. Soggetti a cui viene abitualmente offerta una dieta ricca di cereali e in particolare di mais, alimento che oltre a favorire un'armoniosa crescita degli animali, risulta molto spesso a basso costo e di facile reperibilità in quanto di produzione aziendale. Quanto meno nelle stalle della pianura piemontese, dove i bovini della celebre razza sono di casa.
Ma se da un lato spingere su farina, granella o pastone di mais rappresenta un'esigenza tecnica ed economica, dall'altro occorre guardarsi dagli eventuali eccessi che espongono gli animali all'acidosi ruminale, una patologia che oltre a costituire una grave minaccia per la salute e il benessere dei vitelloni, rallenta la crescita, allunga i tempi di permanenza in stalla e peggiora la qualità della carne.
Convivere con il rischio acidosi è però possibile: questo il messaggio lanciato alcuni giorni fa a Fossano (Cn) in occasione della presentazione dei risultati di una prova di campo realizzata da Bio Vit Srl in collaborazione con l'Anaborapi (Associazione nazionale allevatori bovini di razza Piemontese) e con il Disafa (dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari) dell'Università di Torino.
Lo studio ha infatti messo in luce come, utilizzando un tampone ruminale e intestinale di ultima generazione a base di alghe marine calcaree, sia possibile offrire ai vitelli un unifeed molto ricco di farina di mais (6-7 kg/capo/giorno, 44% della s.s.) senza incorrere in problemi di acidosi.
Un altro aspetto interessante dello studio riguarda la metodologia adottata: ai soggetti inclusi nel test sono stati somministrati boli ruminali in grado di rilevare di continuo, per tutto il periodo della prova (5 mesi), il pH e la temperatura del liquido ruminale. In questo modo è stata ricavata una vasta mole di dati in precedenza inediti sulla fisiologia di questa generosa razza bovina.
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Fonte: Allevatori Top
Autore: Alessandro Amadei