Piatto anticrisi, fonte economica di proteine nobili, sistema produttivo autosufficiente per l’Italia e una formula di etichettatura più avanzata rispetto ad altre produzioni, sebbene con l’esigenza di tracciare il percorso anche nel circuito industriale, dove qualche zona grigia ancora c’è.

Sono le uova, celebrate venerdì 9 ottobreo a Expo da Coldiretti, in occasione del World Egg Day (istituito nel 1996 all’International Egg Conference) e a Cavriana, in provincia di Mantova, in occasione di Expovo, prima rassegna dedicata alle uova che si è conclusa sabato, con una tavola rotonda che ha visto protagonisti il mondo agricolo (Ettore Prandini di Coldiretti Lombardia, Matteo Lasagna di Confagricoltura, Mario Lanzi di Cia Lombardia Est, Gianni Comati del Distretto avicolo lombardo) e l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava.

E proprio dall’Alto mantovano è giunto l’impegno dell’assessore Fava, che ha raccolto le esigenze dei produttori avicoli – non soltanto quelli legati alle uova – e ha annunciato la volontà, entro Natale, di coinvolgere “Emilia Romagna e Veneto, le altre due Regioni leader del comparto, per siglare un protocollo di intesa”.

L’obiettivo è quello di riconoscere maggiore redditività ai produttori avicoli e lavorare – altro impegno annunciato dall’assessore lombardo – “affinché l’Unione europea possa considerare l’ipotesi che l’avicoltura venga finalmente ricompresa fra le attività che beneficiano degli aiuti del Primo pilastro della Pac”.
Fra gli aiuti di cui il comparto può beneficiare, secondo l’assessore Fava, ci sono “le misure del Programma di sviluppo rurale destinate al biologico, anche se la tendenza dell’Unione europea, che solo pochi anni fa riteneva erroneamente che il futuro dell’avicoltura fosse destinato a un rapido declino, è quella di escludere da qualsiasi beneficio anche sul Secondo pilastro quei settori che non sono inseriti fra i soggetti titolati”.

Secondo Coldiretti, che ha festeggiato sotto i riflettori di Expo insieme ad Assoavi la Giornata mondiale dell’uovo, sono aumentate del 20 per cento le esportazioni di uova made in Italy nel primo semestre del 2015 rispetto allo scorso anno, con la produzione nazionale che è aumentata a 12,6 miliardi di pezzi lo scorso anno.

In Lombardia gli allevamenti sono poco meno di 800, per oltre 13 milioni di capi e una produzione stimata di circa 3 miliardi e 900 milioni di uova l’anno (un terzo della produzione italiana). In provincia di Mantova gli allevamenti di galline ovaiole sono 57, i capi allevati sono più di 2 milioni e 200mila e garantiscono una produzione di oltre 600 milioni di uova.

Dall’analisi della Coldiretti le uova si dimostrano essere il vero piatto anticrisi con i prezzi che in Italia nel 2014 sono risultati pari in media a 0,24 euro al pezzo, un importo di poco superiore a un quarto degli 0,84 euro a pezzo che si pagavano nel 1945.

Italia autosufficiente
Grazie alla produzione nazionale l’Italia, garantita da 49 milioni di galline - sottolinea la Coldiretti - è praticamente autosufficiente per il consumo di uova che è risultato pari in media a 13,8 chili a persona, un quantitativo pari a più del doppio di quello del dopoguerra. In termini numerici nel 2014 ogni italiano ha consumato in media 218 uova, delle quali 142 tal quali mentre le restanti sotto forma di pasta, dolci ed altre preparazioni alimentari.
Complessivamente il fatturato delle vendite di uova in Italia è pari a 1,5 miliardi di euro con circa il 45% del prodotto che è utilizzato nell’industria alimentare per la preparazione di pasta, dolci e altri prodotti.

Danimarca prima nei consumi
Nel mondo - continua la Coldiretti - i maggiori consumatori di uova sono gli europei con 14,2 chili a persona, con in testa la Danimarca (240 pezzi) e in coda il Portogallo (140 pezzi), davanti agli americani e, a seguire, gli asiatici mentre in fondo alla classifica si trova a grande distanza l’Africa con appena 2,5 chili a testa.
Particolarmente esaltante - sottolinea la Coldiretti - è stato l’aumento degli acquisti di uova biologiche che assorbono circa il 9 per cento della spesa bio dagli italiani per un valore stimato in circa 200 milioni di euro e continuano a crescere con un incremento degli acquisti del 5,9 per cento nel primo semestre del 2015.