La Conferenza Stato-Regioni ha approvato ieri 5 maggio uno schema di accordo concernente la predisposizione, entro l'anno, di uno studio finalizzato all'aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Lo studio affiancherà l'intenso lavoro fin qui effettuato ai fini della richiesta di 'deroga' ai limiti attuali di azoto zootecnico per ettaro, in via di conclusione il prossimo 17 maggio a Bruxelles.

Lo studio proposto sarà inoltre di supporto all'attuazione delle più recenti direttive europee in materia delle acque. "Le Regioni e Province autonome si impegnano - così recita il testo dell'accordo - a promuovere l'aggiornamento delle zone vulnerabili e l'adeguamento dei programmi d'azione ai risultati che emergeranno dallo studio".

L'accordo è stato fortemente sostenuto e voluto, oltre che dalla Regione Lombardia, da Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, dal momento che l'attuale normativa impone gravosi oneri amministrativi e gestionali in larga parte alle aziende agricole zootecniche di queste Regioni e necessita di adeguamenti in relazione ai cambiamenti intervenuti nel tempo, anche al fine di determinare un'equilibrata distribuzione delle responsabilità tra le diverse possibili fonti di inquinamento da nitrati.

E' pertanto necessaria una conoscenza più approfondita dei fenomeni, mediante un monitoraggio costante ed esteso, al fine di comprendere le reali cause della presenza di nitrati nelle acque, non esclusivamente attribuibili all'attività rurale, e rivedere le designazioni delle aree definite 'vulnerabili'.

Tra gli altri impegni, l'importante accordo firmato in giornata prevede l'individuazione degli strumenti finanziari necessari ai fini del concorso integrale agli investimenti aziendali diretti all'adeguamento infrastrutturale degli obiettivi di stoccaggio degli effluenti e, infine, lo sviluppo di specifiche misure per la valorizzazione della sostanza organica, adottando procedure agevolate di recupero, nonché per il contrasto alla desertificazione.

"L'inquinamento da nitrati delle falde acquifere - hanno commentato gli assessori regionali Giulio De Capitani (Lombardia), Claudio Sacchetto (Piemonte), Franco Manzato (Veneto), Claudio Violino (Friuli Venezia Giulia) e Tiberio Rabboni (Emilia-Romagna) - non può essere sottovalutato, ma nemmeno accollato unicamente alle aziende agricole della pianura Padana. Mentre attendiamo fiduciosi la deroga agli attuali limiti di spandimento dell'azoto sui territori sottoposti al vincolo, proponiamo un percorso condiviso e scientificamente supportato finalizzato all'aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Questo documento può rappresentare un valido inizio per un chiarimento definitivo della problematica".