E adesso? Dopo lo stop al “Milleproroghe” promosso dal Quirinale e la sua nuova formulazione, il rinvio del pagamento delle multe latte, almeno per il momento, sembra riconfermato. Ma l'ultima parola sarà detta nel pomeriggio di sabato 26 febbraio, quando l'iter legislativo sarà completato. Sempre che si faccia in tempo, perché il decreto dovrà essere votato alla Camera e poi tornare al Senato dopo aver superato l'esame delle Commissioni. Insomma una vera e propria corsa a ostacoli. Si farà in tempo? La posta in palio è la decadenza del decreto legge e il suo annullamento. Se così fosse c'è da chiedersi quali saranno le conseguenze per gli allevatori che non hanno rispettato la scadenza del 31 dicembre 2010. Potranno risolvere il ritardo pagando una “mora”? O dovranno rinunciare al programma di rateizzazione e pagare tutto e subito? O si provvederà ad un nuovo rinvio? Ma inutile ora fare congetture, aspettiamo cosa accadrà sabato pomeriggio.

 

Il sostegno all'Aia

Intanto preoccupa l'assenza, prima e dopo lo stop al Milleprorghe, dei sostegni alle attività dell'Associazione italiana allevatori (Aia). E non si tratta solo di selezione e miglioramento genetico, pur importanti, ma di un articolato lavoro di controllo che riguarda tutta la filiera produttiva sia del latte, sia della carne. Ed è stravagante che mentre si porta avanti un forte impegno per avere etichette trasparenti, dove sia indicata l'origine dei prodotti, si tolgano risorse al mondo degli allevatori la cui associazione ha dato ampia dimostrazione di efficienza e professionalità nei suoi 60 e passa anni di attività. Oggi al sistema Aia fanno riferimento oltre 76mila allevamenti per un totale di capi bestiame che supera i 5 milioni. Quasi tutto il latte prodotto in Italia (circa l'80%) viene sottoposto a controlli nei 24 laboratori dell'associazione allevatori e i risultati di oltre 16 milioni di analisi sono utilizzati anche nei programmi di miglioramento e selezione. Un lavoro imponente realizzato anche grazie al contributo degli allevatori e al sostegno finanziario dello Stato. Un sostegno destinato a contrarsi anche in relazione alle difficoltà generate dalla crisi economica in atto e che ha indotto il “sistema allevatori” a mettere in atto già da tempo una profonda riorganizzazione interna, indirizzata a migliorare l'efficienza, comprimendo al contempo i costi. Riorganizzazione che per quanto efficace non risolve l'azzeramento delle coperture finanziarie alle attività dell'associazione allevatori che lo scorso anno hanno ancora potuto contare su un contributo di circa 65 milioni di euro.

 

I commenti

Sono momenti particolarmente difficili - dichiara Nino Andena presidente di Aia - per il sistema zootecnico nazionale. L’amarezza è ancora maggiore - aggiunge Andena - perché vediamo calpestata la dignità di un sistema che in prima persona si è messo in discussione decidendo di riorganizzarsi. E’ difficile frenare la delusione se pensiamo che a luglio 2010 la Conferenza Stato-Regioni ha validato il testo del Programma annuale dei controlli 2010 e successivamente reso operativo con DM, nel quale il processo di ristrutturazione approvato dal Sistema Allevatori è definito come funzionale agli obiettivi di efficienza ed efficacia raccomandati, considerando che tale percorso esige tempi di messa a punto ed attuazione che tengono conto di vari aspetti, non ultime le specificità regionali.”

Parole dure arrivano anche dal segretario generale della Fai-Cisl, Augusto Cianfoni, che “condanna senza reticenze i comportamenti irresponsabili di chi, insidiando il sistema associativo degli allevatori, sta costruendo un grave pregiudizio su tre mila posti di lavoro altamente specializzati.” Una situazione difficile che ha indotto la stessa Fai-CIsl, insieme ad altre sigle sindacali, ad indire uno sciopero nazionale di 8 ore per l'11 marzo.

 

Le speranze

Le preoccupazioni degli allevatori sono approdate in Regione Lazio dove l'assessore all'Agricoltura, Angela Birindelli, ha annunciato l'aumento della cifra stanziata per il 2011 in favore del comparto zootecnico nazionale, che passa da 1,5 a 3 milioni di euro. Con queste risorse, ha affermato l'assessore, si conta di garantire la continuità dei servizi e dei controlli affidati all'Associazione allevatori. Una iniziativa lodevole anche per il significato, ma che non modifica il quadro della situazione. Gli allevatori, e i programmi di selezione e miglioramento genetico, attendono una risposta a livello nazionale. Potrà questa risposta venire dalla Conferenza Stato Regioni che si sta svolgendo a Roma mentre scriviamo queste righe? Non resta che aspettarne la conclusione.