Mentre le famiglie italiane, nell’ultimo anno, hanno deciso di acquistare in generale meno carne, la domanda di pollo e tacchino è cresciuta, sostenuta anche dalla riduzione dei listini. La quantità di prodotti avicoli acquistata dal 21 giugno 2009 al 20 giugno 2010 è infatti aumentata del 3.4%, mentre nello stesso periodo quella di carni fresche ha subito un calo dello 0.9%.

E’ quanto emerge da una ricerca condotta da Ismea per Avitalia-Unione nazionale produttori avicunicoli relativa alle 4 settimane che vanno dal 24 maggio al 20 giugno 2010 e che, oltre ad analizzare i trend del settore, mette a confronto i dati di quest’anno  con quelli dello stesso periodo del 2009.

L’aumento della domanda di carne avicola, registrata nelle ultime 52 settimane, è dovuta soprattutto a un incremento della richiesta di pollo pari al 4.8%, mentre il tacchino segna una leggera flessione (-1%). Confrontando poi le quantità acquistate  a giugno 2010 rispetto a quelle di giugno 2009 si evidenzia un incremento del 1.5% per il  pollo e del 5.4% del tacchino. Andamento positivo anche per le uova che nel giro di un anno registrano un aumento delle quantità acquistate di poco inferiore al 3% (+0.5% rispetto a giugno 2009).

Cala invece la domanda di conigli con una diminuzione  che si aggira intorno al 5.3% sia per quanto riguarda la tendenza annuale che il confronto del breve periodo (giugno 2010/2009).

Oltre alla domanda, rispetto a giugno 2009, sono infatti anche aumentate le famiglie acquirenti di pollo che arrivano a 8.420.000 (+0.5%), mentre quelle di tacchino hanno fatto un balzo in avanti del 5.4% e ora sfiorano quota 3 milioni. Anche le uova vedono crescere il numero degli acquirenti: a giugno 2010 sono 12.600.000 le famiglie che scelgono questo prodotto (+2.5% rispetto giugno 2009).

Sull’incremento generalizzato della domanda ha influito il calo dei prezzi che ha coinvolto tutti i prodotti avicoli. Nel lungo periodo infatti il prezzo del pollo è calato del 4.7%, quello del tacchino del 3.7 e quello delle uova del 3%. Di contro la forte diminuzione della domanda di carne di coniglio è stata influenzata dall’incremento dei prezzi che in un anno sono cresciuti del 2%.